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Violante dai giudici parla della "trattativa"

Luciano Violante

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È durato in tutto 4 ore l'interrogatorio di Massimo Ciancimino sul cosiddetto «papello». Il figlio dell'ex sindaco di Palermo, al termine del lungo faccia a faccia con i pm palermitani è apparso particolarmente alterato e nervoso. «Parlate con il mio avvocato», si è limitato a dire ai cronisti che lo hanno atteso. Prima che iniziasse l'interrogatorio Ciancimino aveva commentato le dichiarazioni rilasciate da Luciano Violante (che ha definito il «papello» una «bufala»): «Non voglio entrare nel merito, i magistrati sanno valutare. Certo è singolare che c'è gente che ritrova la memoria dopo 17 anni». E alla polemica si aggiunge anche un piccolo giallo. Ciancimino ha infatti denunciato la presenza di due militari del Ros dei carabinieri che la domenica sera sarebbero stati identificati davanti la sua abitazione nel centro di Palermo dagli agenti della sua scorta. «Non è un bel clima - ha detto -, non so se continuerò». Da Bologna è però giunta la precisazione del Comando Provinciale dei Carabinieri: «Quelli controllati nei pressi dell'abitazione di Massimo Ciancimino sono appartenenti al Nucleo Investigativo di Bologna e non al Ros ed erano presenti nell'area per lo svolgimento di indagini di polizia giudiziaria non connesse in alcun modo con i procedimenti penali riconducibili al citato dichiarante». Intanto sul presunto «papello» è intervenuto il ministro della Giustizia Angelino Alfano: «Non sono in grado di esprimere un giudizio di merito sul "papello", se sia una cosa vera o no. Penso e spero che il lavoro dei magistrati, cui non è mai mancato il sostegno del governo e del ministro della Giustizia, vada fino in fondo per accertare la verità. Di certo però sappiamo una cosa: che rispetto alle voci che corrono sul "papello", questo governo ha fatto l'esatto contrario». E oggi potrebbe essere un giorno importante per chiarire alcuni aspetti oscuri legati ai fatti del 1992. A Roma si riunisce il plenum della Commissione Antimafia che, su iniziativa del presidente Giuseppe Pisanu, dovrebbe decidere la desecretazione di documenti sulle stragi o comunque legati al periodo dei primi anni Novanta. A Palermo, invece, nell'ambito del processo che vede imputato il generale Mario Mori accusato di aver favorito la latitanza di Bernardo Provenzano, verrà interrogato Violante. L'ex presidente della Camera dovrà chiarire quanto già detto sui rapporti fra i Ros e Vito Ciancimino. Rapporti di cui Mori avrebbe già parlato nel 2003 nel suo interrogatorio ai pm della Dda di Firenze. In quell'occasione, secondo anticipazioni dell'Ansa, il generale avrebbe raccontato di quattro incontri con l'ex sindaco e di come il tutto si fosse interrotto quando Ciancimino chiese al suo interlocutore: «Ma voi cosa offrite?» Sempre in quegli anni venne interrogato anche l'ex Guardasigilli Claudio Martelli che però, a differenza di quanto in questi mesi, non avrebbe fatto alcun riferimento a trattative tra i Ros e Ciancimino e avrebbe addirittura negato di conoscere Mori.

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