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Berlusconi e il giudice del Lodo Mondadori: «Ne sentiremo venir fuori delle belle»

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Male accuse più pungenti le riserva alla stampa («con accuse infondate e assurde sputtana me, la democrazia e il Paese»), al Pd («non è democratico e ha come vero leader Carlo De Benedetti) ma soprattutto ce l'ha con Raimondo Mesiano, il magistrato che ha condannato la Fininvest a risarcire 750 milioni di euro alla Cir dell'editore De Benedetti nella causa sul Lodo Mondadori sulla quale Berlusconi commenta: «Ne sentiremo venir fuori delle belle». Ma chi è Mesiano? Alto di statura, fisicamente imponente, 57 anni, abbigliamento informale, quasi mai indossa giacca e cravatta, magistrato dal 1980 e gli avvocati civilisti milanesi lo descrivono come una persona schiva, poco incline alla ribalta. Un personaggio poco noto alle cronache giudiziarie e che neppure la bufera per la sentenza sul Lodo è riuscita ad intaccare la sua privacy. Ha sempre rifiutato di parlare con i giornalisti. Non ha voluto commentare nemmeno la vicenda degli insulti che gli sono arrivati per telefono dopo le motivazioni con cui definiva il premier Silvio Berlusconi, anche se a soli fini civilistici, «corresponsabile della vicenda corruttiva» alla base delle sentenza che annullò il Lodo che assegnava a De Benedetti la maggioranza in Mondadori.

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