Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Il Colle chiede aiuto a Fini e a Schifani

Il presidente del Senato, Schifani (S) e il presidente della Camera, Fini (D)

  • a
  • a
  • a

Napolitano chiede aiuto. Chiama in soccorso i presidenti di Senato e Camera, un lungo colloquio al Quirinale. Il presidente della Repubblica si trova in una posizione scomoda. La Corte l'ha di fatto sconfessato cassando alla radice il lodo Alfano. Una cosa successa, tra l'altro, con il voto determinante dei giudici che fanno in qualche modo riferimento proprio a Napolitano. E si trova sotto il fuoco di Silvio Berlusconi che per un'intera serata e per una mattinata, quella di ieri, ha continuato a sparare contro di lui.   Ecco, se c'era una cosa che Giorgio Napolitano non avrebbe mai voluto nel momento in cui assumeva la carica di presidente della Repubblica tre anni e mezzo fa, era proprio quella di non trovarsi al centro di un attacco personale (e poco politico). Contestato per essere imparziale. Nel bel mezzo di uno scontro infuocato tra i Poli e con le istituzioni. Una contro l'altra armate. L'ultimo affondo, in ordine temporale, è proprio quello di ieri mattina quando, il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi, intervistato dal Gr1 Rai ha voluto rincarare la dose rispetto a quanto già dichiarato la sera prima contro Napolitano: «Il presidente della Repubblica è stato eletto da una maggioranza che non è più maggioranza nel Paese, una maggioranza di sinistra, ha radici totalmente di sinistra. Anche l'ultimo atto di nomina di un giudice costituzionale dimostra da che parte sta». E così, Napolitano che fin dai tempi della sua militanza all'interno del Pci non amava essere trattato come uomo di parte e soprattutto essere nel vortice di attacchi rivolti alla propria persona, da una parte viene attaccato proprio dal presidente del Consiglio che gli ricorda di essere un uomo di sinistra e dall'altra capisce che la Corte Costituzionale è riuscita a screditare il suo operato. Da questo affronto cerca di uscirne subito diffondendo una precisazione nella quale spiega che «al momento della promulgazione» del lodo il 23 luglio 2008 aveva «rilevato che esisteva una sentenza scritta nella quale non era stata sancita la necessità che la norma si dovesse adottare con legge costituzionale», cosa che invece i giudici costituzionali hanno richiesto in questo caso. Per tentare invece di riportare su binari di rispetto e serenità il dialogo tra Quirinale e Palazzo Chigi Napolitano ha dato incarico di convocare al Colle la seconda e la terza carica dello Stato. Un conclave durato più di un'ora e mezza per concordare con il presidente del Senato Renato Schifani e il presidente della Camera Gianfranco Fini una strategia per uscire dall'empasse. Un meeting durante il quale Schifani e Fini hanno fatto quadrato attorno al presidente della Repubblica, Giorgio Napolitano, dandogli atto di essere stato rigoroso nel rispetto delle prerogative che la Costituzione gli riconosce. E hanno espresso l'auspicio che tutti gli organismi istituzionali e di garanzia agiscano, in aderenza al dettato costituzionale e alla volontà del corpo elettorale, per determinare un clima di leale e reciproca collaborazione nell'interesse esclusivo della Nazione». Ora non resta che aspettare il passare della seconda notte con l'auspicio che Napolitano ha voluto lanciare ieri sera: «Di momenti difficili ne ho passati tanti, supereremo anche questo».

Dai blog