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La Consulta: no all'intervento dei pm

La Corte Costituzionale

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La Corte costituzionale ha deciso di dichiarare "inammissibile" la richiesta di costituirsi in giudizio avanzata dalla Procura di Milano nell'udienza sul lodo Alfano. Dopo la riunione in Camera di Consiglio i giudici hanno preso questa decisione. La decisione è stata comunicata dal presidente della Corte, Francesco Amirante, alla ripresa dell'udienza successiva. La Procura, rappresentata dal professor Alessandro Pace, aveva sostenuto di dover partecipare al giudizio ai sensi dell'art. 111 della Costituzione sulla parità delle parti nel processo. Poi l'arringa tra i legali. Ai banchi della difesa sono seduti gli avvocati - e parlamentari - Gaetano Pecorella e Niccolò Ghedini, insieme a Piero Longo. "La legge è uguale per tutti, ma non necessariamente lo è la sua applicazione, come del resto la Corte ha già ribadito" è la motivazione con cui l'avvocato Ghedini ha aperto la sua arringa. Ghedini ha ricordato anche che esistono norme particolari, riservate ad esempio, a chi ha commesso reati rivestendo incarichi nella pubblica amministrazione o nelle Forze armate. Infine, ha respinto l'ipotesi di concedere il lodo solo per determinati reati. A suo avviso "qualsiasi differenziazione, per quanto riguarda la concessione o meno del legittimo impedimento a comparire, sarebbe, questa sì, incostituzionale, se prevista in base a tipologie di reato". Per Ghedini con il lodo "è stata realizzata la condivisibile finalità di questa legge". "Con le modifiche apportate alla legge elettorale, il presidente del Consiglio non può più essere considerato uguale agli altri parlamentari, ossia non è più 'primus inter pares', ma deve essere considerato primus super pares". Così l'avvocato Gaetano Pecorella ha difeso, davanti alla Consulta, la costituzionalità del 'lodo Alfano escludendo che la legge introduca elementi di disparità del trattamento e dei cittadini innanzi alla legge. Pecorella ha aggiunto che bisogna prendere atto del fatto che "con la legislazione di oggi sulle elezioni delle cariche politiche, la posizione del presidente del Consiglio si è venuta staccando da quella che era stata disegnata dalle tradizioni liberali".

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