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Si cercano i corpi nel fango di Messina

Giampilieri, Messina, i soccorsi dopo l'alluvione

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MESSINA - Si continua a scavare nelle zone del Messinese colpite dall'alluvione. All'appello mancano ancora decine di persone. E il bilancio si fa sempre più drammatico: 22 morti, 40 dispersi, 95 feriti e 500 gli sfollati. Cifre non definitive. Purtroppo. Tra i feriti, i cinque meno gravi si trovano ricoverati presso una scuola a San Filippo, piccolo centro vicino alla zona colpita dal nubifragio. Mentre gli sfollati, dopo la prima notte vissuta tra palasport e scuole, hanno avuto una collocazione più confortevole in diversi alberghi di Messina.   Lo scenario sembra quasi immutato, rispetto alle 19 di giovedì quando in 4 chilometri di terra messinese s'è abbattuta come una furia l'alluvione assassina. E il tutto diventa ancor più disumano con l'allarme sciacalli mentre le vitime sono salite a 22. Tuttora è difficile raggiungere alcune zone per i soccorritori. Strade impraticabili e sommerse dal fango, linee ferroviarie interrotte. Tuttavia, inarrestabile, si muove la macchina dei soccorsi. Oltre 1.100 uomini in trincea tra Protezione Civile, Vigili del Fuoco, forze dell'ordine, militari dell'esercito e i tecnici siciliani del soccorso alpino e speleologico in molti casi impegnati a scavare nel fango alla ricerca di dispersi, oltre che a portare in salvo le persone che sono ancora in situazioni di pericolo, hanno garantito l'afflusso di viveri e medicinali nella frazione di Scaletta Superiore, ancora isolata a causa della caduta del ponte di collegamento.   Anche l'energia elettrica ritorna a funzionare con il ripristino di alcune forniture. Le ricerche dei dispersi proseguono anche in mare con l'ausilio di alcune motovedette della Guardia Costiera e dei sommozzatori, che continuano a perlustrare i fondali. Incessante anche la navetta degli elicotteri tra il centro colpito dalla calamità e gli ospedali e i centri d'accoglienza del capoluogo. Si trasportano supertisti, feriti e cadaveri. C'è una donna, dell'apparente età di 60-65 anni, dalla corporatura robusta e dell'altezza di circa un metro e 60 che si trova nell'obitorio del policlinico di Messina accanto agli altri corpi, tutti sporchi di fango e avvolti in teli bianchi, che non è stata ancora identificata. Nella stessa stanza c'è anche il cadavere di un ragazzo di 20 anni e quello di un agente di Ps di 50 anni, Roberto Carullo, che ancora indossa la divisa della Polizia. All'obitorio del policlinico si attendono l'arrivo di altri cadaveri. Fuori dall'obitorio un altro dramma di gente disperata con drammatiche storie ancora vive nella mente. L'ultima volta che Luisa ha sentito al telefono sua mamma, la signora Elena era spaventata: «Aiutaci. L'acqua sta entrando in casa, e va troppo veloce, non riusciamo a uscire». Poi è caduto il silenzio. Quindi, il boato. La massa d'acqua, fango e detriti ha travolto la casa, che non ha retto ed è implosa. Luisa ha passato la giornata di venerdì sulla colata di fango e detriti che ha investito l'abitazione dei suoi genitori. Elena De Luca, 73 anni, e suo marito Ivo, di 70, erano nella cucina dell'appartamento al primo piano nella frazione di Scaletta Zanclea. Altra storia di un tragico imbarazzo di un padre sopravvissuto: «Non ho la forza di dire a mio figlio della morte della mamma e della sorella. Qualcuno dovrà informarlo». Giuseppe De Luca, di 51 anni, ha gli occhi rossi e piange a dirotto mentre guarda e riguarda sul telefonino le foto della moglie e della figlia di cinque anni, disperse. Oggi è previsto il sopralluogo del premier Berlusconi. Ad annunciarlo è stato Bertolaso che ha dichiarato: «Non lo porterò nelle zone del disastro, sorvoleremo i luoghi con l'elicottero». Il ministro dell'Ambiente Prestigiacomo era ieri a Giampilieri Superiore: «La situazione di degrado è molto grave», ha detto.  

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