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I democratici per parlarsi usano i libri

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Walter Veltroni

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Deve essere la nemesi storica. L'ultimo libro di Francesco Rutelli (La svolta - Lettera a un partito mai nato, in libreria da oggi) si apre con un capitolo intitolato «A sinistra, no. È una strada senza uscita». Eppure, arrivando alla sede della Camera di Commercio di Roma luogo scelto per l'anteprima riservata alla stampa, il guardiano all'ingresso dà a tutti la stessa indicazione: «Secondo piano a sinistra». Insomma il destino dell'ex sindaco di Roma sembra inesorabilmente segnato: per quanti sforzi faccia quella parola è sempre lì, a tormentarlo. Forse anche per questo Rutelli ha deciso di dare alle stampe quello che, in quarta di copertina, viene definito senza mezzi termini «Un duro atto d'accusa contro chi rischia di tradire l'ispirazione originaria del Partito Democratico. Un appello per unire le migliori forze democratiche del Paese e puntare, con coraggio, a far crescere l'Italia». Certo il presidente del Copasir non sembra nutrire molte speranze che le sue parole possano smuovere il Pd: «La partita è aperta per quanto mi riguarda ma, ogni giorno che passa, la direzione sembra già scritta». E allora meglio guardare altrove, magari a quel «governo di ricostruzione e rilancio dell'economia» che, Berlusconi permettendo, possa nascere dopo le Regionali del 2010 e che possa spalancare le porte a «schieramenti alternativi basati su alleanze di nuovo conio». Rutelli ne parla nelle ultime dieci righe del suo libro e per scoprire i nomi di possibili interlocutori basta sfogliare le 154 pagine che le precedono: Pier Ferdinando Casini, Gianfranco Fini, Luca Cordero di Montezemolo. Ma al di là dell'analisi politica, l'ultima fatica dell'ex sindaco di Roma conferma che ormai nel Pd, per dire qualcosa, bisogna pubblicare un libro. Altro che congresso. Altro che dibattito aperto. Non c'è altro modo. Lo scorso 7 settembre ad esempio, è uscito Nelle tue mani attesissimo scritto del candidato alla segreteria democratica Ignazio Marino. Il sottotitolo recita «Medicina, fede, etica e diritti», temi su cui la discussione all'interno del Pd è tutt'altro che chiusa. Più modesta, anche nelle dimensioni, la produzione del vicepresidente del Senato Vannino Chiti che ha da poco dato alle stampe (Fausto Bertinotti e Pier Ferdinando Casini lo presenteranno il 6 ottobre alla Camera) il volumetto La sinistra possibile - Il Partito democratico alle prese con futuro. E se Pier Luigi Bersani e Dario Franceschini per ora restano con le mani in mano, la Fondazione Italianieuropei ha raccolto scritti e interventi del suo presidente Massimo D'Alema mandandoli in libreria con il titolo Il mondo nuovo - Riflessioni per il Partito Democratico. Il 2009 è stato un anno intenso per Enrico Letta che ha offerto al grande pubblico ben due fatiche letterarie: il suo Costruire una cattedrale e un libro a sei mani con Cesare Damiano e Tiziano Treu (Adesso il lavoro. Le proposte del Partito Democratico contro la crisi). Filone autobiografico per Giulio Santagata (Il braccio destro - Quindici anni di politica con Romano Prodi) mentre anche la nuova promessa Pd Debora Serracchiani non ha resistito e, neoeletta al Parlamento europeo, ha mandato in libreria il suo Il coraggio che manca - A un cittadino deluso della politica. Nessuno di loro, quasi certamente vincerà il Premio Strega, o magari lo vincerà Walter Veltroni che ha scelto di pubblicare il suo terzo romanzo intitolato Noi. Forse non aveva niente da dire sul Pd.  

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