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Fenomeno Meloni, la polverini cresce

Giorgia Meloni, ministro della gioventù

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Il presidente Piero Marrazzo vincerebbe con la sindacalista dell'Ugl Renata Polverini e con l'imprenditrice, ed ex eurodeputata di Forza Italia, Luisa Todini ma perderebbe con il ministro Giorgia Meloni. Secondo il sondaggio realizzato dall'istituto Crespi, il governatore conquisterebbe il 44 per cento mentre la Todini si fermerebbe al 37 per cento (con il 19% di indecisi). «È un'imprenditrice di successo ed è stata impegnata in politica ma non ha mai giocato un ruolo fondamentale», spiega il sondaggista. Non è un caso che il suo livello di notorietà si fermi al 40 per cento, meno della metà del presidente della Regione Lazio. Stesso risultato per la fiducia degli elettori. Secondo duello: Renata Polverini otterrebbe il 40 per cento, Piero Marrazzo il 42 (con il 18% di indecisi). Se infatti il 42 per cento degli elettori ha fiducia nella segretaria dell'Ugl, sono ancora in pochi quelli che la riconoscono. Ultima sfida: Giorgia Meloni stravincerebbe, toccando il 50 per cento. Il governatore dovrebbe invece arrendersi al 40 per cento (10% di indecisi). Già nella ricerca realizzata da Crespi il 4 settembre scorso la Meloni risultava la più amata dai laziali. «Sono contenta ma bisogna misurarsi con il consenso vero», aveva commentato l'esponente del Pdl. «La Meloni ha un fortissimo radicamento, soprattutto nella Capitale - precisa Crespi - Per questo ha un risultato straordinario». In effetti i dati parlano chiaro. L'indice di notorietà della Meloni è pari al 67 per cento, la fiducia al 52 per cento, stessa cifra del presidente Marrazzo. Tuttavia sembra difficile che il ministro della Gioventù possa scendere in campo: è stata lei a lanciare pochi giorni fa la candidatura del collega di area Fabio Rampelli. In quanto a notorietà e fiducia l'ex governatore Francesco Storace sbanca. Sarà che non ha mai smesso di fare politica e che nel Lazio è rimasto sempre molto attivo nonostante l'uscita da Alleanza Nazionale e la fondazione de La Destra. Fatto sta che la sua notorietà schizza all'85 per cento e la fiducia al 30, più degli altri esponenti esaminati dal sondaggio Crespi. Il senatore del Pdl Andrea Augello, già assessore al Bilancio della Regione targata Storace, conquista il 20 per cento di notorietà e il 25 per cento di fiducia, mentre il deputato Fabio Rampelli arriva al 18 di notorietà e sempre al 25 di fiducia. Infine, il coordinatore dei Cristiano Popolari nel Pdl Mario Baccini, che vuole essere (da tempo) della partita. È stato l'unico, almeno fino ad ora, a stilare le «linee programmatiche per il Lazio del 2010», una lista di idee e proposte in vista delle elezioni. Tocca il 70 per cento di notorietà e il 20 di fiducia degli elettori. «Ovviamente queste sono soltanto indicazioni su quello che pensano oggi i cittadini del Lazio, in sei mesi può succedere di tutto», precisa Luigi Crespi. Anche perché ci vorrà ancora tempo per sciogliere il nodo delle alleanze e dei candidati. Una partita che si giocherà nelle prossime settimane ma che non si annuncia semplice. Una cosa è certa: «Il Lazio è la linea Maginot delle prossime Regionali - aggiunge Crespi - Qui il Pd e il resto del centrosinistra si giocano veramente tutto». Ma anche per il centrodestra l'appuntamento è fondamentale. Dopo aver espugnato il Campidoglio con Gianni Alemanno, vincere alla Regione sarebbe un'altra conquista straordinaria.

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