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Le Regioni disertano il vertice e alzano il tiro: vogliono più soldi

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Ilpresidente della Conferenza delle Regioni, Vasco Errani ha inviato una lettera al sottosegretario alla presidenza del Consiglio, Gianni Letta, per spiegare che l'assenza è stata una scelta obbligata giacchè da tempo il governo rinvia un incontro per fare il punto sull'entità dei fondi Fas (i fondi per le aree sottoutilizzate), sui finanziamenti alla sanità e sui tagli alla scuola. Un incontro del 5 agosto si era concluso con un nulla di fatto ed Errani aveva parlato di «rottura» con l'esecutivo. Alle richieste dei ministeri che già sono arrivate sul tavolo del ministro Tremonti si sommano quelle delle Regioni che confidano, con le elezioni alle porte, di avere un maggiore potere contrattuale. Insomma la Finanziaria diventa l'occasione per far allentare i cordoni della borsa. Letta ha lasciato intendere che l'incontro con le Regioni potrebbe essere fissato al ritorno di Berlusconi dagli Stati Uniti. Ma non c'è solo il nodo delle risorse. Le Regioni hanno sollevato anche il tema del nucleare. Errani reclama un incontro a stretto giro dopo che sono saltati una serie di appuntamenti. Lo strappo delle Regioni è stato percepito all'interno del governo come il solito «ricatto» elettorale. Ma dal governo si lascia intendere che le richieste di maggiori fondi sono del tutto ingiustificate giacchè molte regioni, soprattutto quelle meridionali, non hanno nemmeno speso i soldi europei. Quanto alla sanità, al ministero dell'Economia, richiamano l'ultimo studio dello Svimez in base al quale il problema delle risorse per la sanità è più qualitativo che quantitativo. Ovvero, i soldi ci sono ma vengono spesi male. Non solo. La preoccupazione del ministro Tremonti è che i fondi Fas vengano utilizzati per la spesa corrente e non per quelle opere infrastrutturali che sarebbero la loro finalità. Oltre alle Regioni ieri si sono fatti sentire anche i Comuni e le Province. Il presidente della Provincia di Roma Nicola Zingaretti è partito all'attacco: «Siamo davvero sconcertati dall'atteggiamento del governo, che ha dimostrato assoluta noncuranza e lassismo. Nel corso dell'incontro ci è stato prospettato un quadro disastroso con numeri alquanto negativi. La richiesta che l'Anci e l' Upi avevano avanzato per modificare il patto di stabilità a favore degli enti locali non è stata accolta, anzi è stata ignorata, continuando in questo modo a bloccare i pagamenti». Zingaretti ha prospettato anche l'ipotesi di una convocazione immediata con tutti i presidenti delle province italiane «per valutare proposte o iniziative per dare sostegno all'economia dei nostri territori in questo periodo di crisi». Ha quindi accusato Tremonti di fare valutazioni positive sulla fine della crisi «mentre le famiglie italiane sono costrette a fare i conti con un portafoglio quasi vuoto». Il vice presidente Pdl della Commissione Lavoro della Camera Giuliano Cazzola parla di «partenza arrogante» da parte delle Regioni. «Non possono prendere d'assedio il governo in una situazione difficile. Battono cassa in un momento in cui si sta avviando il federalismo». Anche Cazzola come Letta sostiene che occorre trovare altre forme di consultazione. «Il governo dovrebbe informare le parti sociali dopo aver deciso in Consiglio dei ministri, quindi vedersela con il Parlamento». E poi: «Le Regioni piangono ma hanno risorse non utilizzate e spese male». L.D.P.

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