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Si riparte da Sud, contratti e incentivi per l'auto

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.Ma anche contratti e riforma degli ammortizzatori sociali. Insieme al nodo del rinnovo degli incentivi per l'auto e alla detassazione dei salari per rilanciare i consumi. L'incontro tra Berlusconi e Fini che, secondo le aspettative appianerà i dissidi «estivi» emersi nella maggioranza, lascia sulla scrivania del governo i dossier della strategia anticrisi. Il primo punto all'ordine del giorno è sicuramente il Mezzogiorno. Chiusa la contrapposizione tra Lega Nord e la componente meridionale del Pdl sull'utilizzo dei Fondi Fas (destinati alle aree depresse) ora si tratta di avviare i progetti infrastrutturali. I soldi ci sono. Il problema sarà concordare il metodo di spesa considerato che non potranno essere utilizzati per finanziare la spesa corrente e che, il ministro dell'Economia Tremonti, ha assicurato il pagamento delle «fatture» solo per i progetti effettivamente realizzabili. Non sarà facile. La tentazione di coprire con moneta sonante i buchi aperti nei conti regionali è tanta. Tra questi le falle della sanità. Un argomento sì economico ma con risvolti immediati sulle tasche dei cittadini. E in grado quindi di mettere di cattivo umore gli elettori che si apprestano a rinnovare la fiducia alle giunte di centrodestra di tutta Italia la prossima primavera. Più che le risorse sarà necessario trovare una coesione e un metodo comune per affrontare la razionalizzazione. Questo per evitare disparità di trattamento tra le zone del paese che alla fine ingenerano solo fenomeni di emigrazione sanitaria da una regione a un'altra. Per quanto riguarda la politica industriale uno dei capitoli più importanti sarà il nodo degli incentivi per la rottamazione dell'auto. Richiesti a gran voce dall'ad della Fiat, Sergio Marchionne, che li reputa necessari per tenere il passo anche nel 2010, il ministro Scajola non li ha esclusi. Certo bisognerà concordarli con l'Europa. E le condizioni oggi sono meno drastiche rispetto a un anno fa per considerare il via libera da Bruxelles una semplice formalità. Nell'agenda economica del governo non mancherà il punto dedicato al rilancio della domanda interna. I redditi nel 2009 hanno beneficiato dell'effetto ricchezza grazie ai prezzi energetici in ribasso. Ma le spese non sono partite. A invogliarli potrebbe essere il segnale di aumenti consistenti in busta paga attraverso la detassazione delle tredicesime come chiesto da Confcommercio. Oppure come sostenuto dal ministro Brunetta con la minore imposizione fiscale sui contratti di secondo livello premiando la produttività. Lo stesso ministro dovrà spingere un altro nodo importante: il rinnovo dei contratti di 3 milioni di dipendenti pubblici che scadono a fine anno. Un altro banco di prova importante per ricreare fiducia e spese.

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