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Arrestato Giampaolo Tarantini Voleva andare in Tunisia

L'imprenditore barese Giampaolo Tarantini

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Dalle fantasmagoriche feste nella villa di Capriccioli in costa Smeralda alle cene a Palazzo Grazioli, dalle notti brave al Billionaire al soggiorno obbligato nel carcere di Bari. Ieri mattina la Guardia di Finanza ha posto sotto stato di fermo l'imprenditore Giampaolo Tarantini e lo ha accompagnato nel penitenziario. Era arrivato nell'aeroporto, appena rientrato da Roma. Il provvedimento cautelare firmato dal pm Giuseppe Scelsi non lascia scampo ad interpretazioni: si fa chiaramente riferimento al reato di detenzione di stupefacenti ai fini di spaccio. Di droga, negli ambienti frequentati dagli indagati nel Barigate, ne girava davvero a fiumi e di tutti i tipi: ecstacy, l'mdma e tantissima cocaina. Al punto che ad un investigatore è scappata una battuta che fotografa la deriva raggiunta in certe notti brave in Sardegna: «A quei signori settanta grammi di coca, duravano solo tre giorni». Giampy, sempre determinato, quasi sfrontato davanti alle telecamere, stavolta ha accusato il colpo.  «Sono sgomento», ha detto al suo legale, Nicola Quaranta. Gli inquirenti, con l'insediamento del nuovo procuratore capo Antonio Laudati, sembrano aver accelerato i tempi. Lo stesso Laudati, intervenendo ad Avellino alla presentazione del suo libro, Mafia pulita, ha evidenziato come «per le persone coinvolte, questa indagine si risolverà in tempi brevi». La sua linea di condotta è improntata alla concretezza: «Voglio rendere questa Procura più efficiente e moderna. La giustizia ha bisogno di tempi più brevi e certi». Il fermo ha colto di sorpresa i legali di Tarantini: dopo essersi sottoposto a numerosi interrogatori ed aver manifestato spirito collaborativo con gli uffici dei pubblici ministeri, l'indagato non si aspettava questo esito. Tra le motivazioni addotte dal magistrato inquirente, Giuseppe Scelsi, ci sarebbe proprio la possibilità, o il rischio, che le prove potessero essere inquinate. Allo stesso tempo è risultato plausibile il pericolo di fuga: l'imprenditore barese aveva manifestato negli ultimi tempi il proposito di organizzare in Tunisia il centro logistico della sue attività in vista di un suo possibile "esilio" dall'Italia. Intanto le dichiarazioni rilasciate da Giampy nei vari interrogatori sono al vaglio di un controllo incrociato della polizia giudiziaria. I militari della guardia di Finanza di Bari ieri erano a Roma. Nella caserma del nucleo regionale di polizia tributaria di via dell'Olmata, c'è stata una sfilata insolita di bellezze: erano le ragazze invitate alle feste a Palazzo Grazioli secondo i racconti del ras della sanità pugliese. Tra le numerose convocate «per informazioni testimoniali» c'erano anche Vanessa Di Meglio e Francesca Lana. Tarantini comunque, intervistato dal Tg1 prima del fermo ha voluto precisare: «Con i miei atteggiamenti ho sicuramente danneggiato il presidente Silvio Berlusconi, il quale era completamente all'oscuro che io avessi commesso questi errori. A lui non ho mai chiesto nulla e non ho mai ottenuto nulla, nella maniera più assoluta».

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