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"Il Governo interviene tardi, ma forse sapremo la verità"

Brasile, la zona dove è precipitato l'Airbus francese diretto a Parigi

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"I finanziamenti del Governo per le nuove ricerche? Notizia positiva, ma molto in ritardo. Ritardo che personalmente attribuisco al comportamento delinquenziale dell'Agenzia nazionale per la sicurezza di volo italiana". Non usa mezzi termini Davide Guernieri, fratello di Bruna, a bordo del bimotore in volo su Los Roques e tuttora dispersa. «La commissione recatasi in Venezuela a febbraio dello scorso anno aveva il preciso incarico di informare il nostro Governo su qualunque problema avesse riscontrato nelle ricerche. Rientrarono dicendo che i mezzi per le indagini erano adeguati, ma non era vero. Oggi sappiamo che gli errori commessi sono stati infiniti, che le ditte incaricate delle ricerche erano incompetenti. I venezuelani hanno speso una fortuna: 7 milioni di euro e un anno e mezzo di tempo buttati nel cestino». Ora però le cose sono cambiate. «Sì, ma se la commissione avesse parlato chiaro il nostro Governo avrebbe preso provvedimenti immediati, senza dover aspettare che il nostro tecnico, il comandante Pica, aprisse gli occhi al mondo - continua - Anche perché i dubbi sul fatto che l'aereo sia caduto rimangono». Torna l'ipotesi del dirottamento: «Prove che l'aereo sia caduto non ce ne sono. E i misteri sono tantissimi». Tra i punti oscuri oltre ai dubbi sui mezzi utilizzati per le ricerche anche il numero dei passeggeri (18 secondo la trascrizione di un messaggio del pilota, 14 secondo le autorità venezuelane), il cellulare di Annalisa Montanari che squilla dopo l'incidente mentre dovrebbe essere in fondo all'Oceano e il presunto corpo del copilota, rinvenuto con un orologio al polso perfettamente funzionante con volto e membra straziate ma «riconosciuto» senza neppure il test del Dna. «Aggiungo - incalza Guernieri - che l'80% della zona considerata il luogo dell'impatto, ha una profondità minore di 2 metri. L'aereo sarebbe emerso. Dirottamento? Possibile. O magari è caduto altrove. Bisogna seguire logica e razionalità, come fa sempre Pica: ora potrà compiere ricerche vere, serie e coi mezzi più adeguati. Se non verrà trovato avremo la ragionevole certezza che non è caduto. Non nutro grandi speranze - precisa Guernieri - Si tratta solo di arrivare alla verità». Da quel 4 gennaio il tempo si è fermato. Proprio un anno fa Davide ammetteva che di Bruna non riusciva a non parlare al presente. Oggi nulla è cambiato. «Io ho anche un'altra sorella - racconta - Se la chiamo e non la trovo, subito dico: "Ok, chiamo la Bruna"». Le risposte non sono più rinviabili.

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