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Da questa vicenda usciamo tutti sconfitti

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Considerando i tempi lunghi della Chiesa, forse il forfait poteva anche essere rinviato di qualche settimana, ma sarebbe stato solo un inutile stillicidio. Bene hanno fatto, dunque, Boffo a insistere sulle dimissioni, e i vescovi della Cei, a cui fa capo il giornale cattolico, ad accettarle «con rammarico». Mettendosi da parte - con una lunga lettera inviata al cardinale Bagnasco - il direttore contribuirà, almeno lo speriamo, a rasserenare il clima nel Paese: non solo tra gli schieramenti politici, che hanno trovato nuovi elementi di rissa nelle lacerazioni di questi giorni, ma anche nel mondo dell'informazione. E persino all'interno della Chiesa perché la vicenda ha fatto venire a galla sotterranei dissidi e contrasti tra il Vaticano e i vescovi sui rapporti con lo Stato italiano. Adesso tanti parleranno di "sacrificio" del direttore dell'Avvenire: penso che altri direttori di giornale hanno forse pagato anche per molto meno. Ma, al di là del caso personale, credo che tutti - politici, giornalisti, vescovi - debbano prendere atto della situazione per voltare definitivamente pagina: basta con l'"imbarbarimento" generale denunciato, proprio l'altra sera, anche dal presidente della Camera, Gianfranco Fini, basta con i colpi bassi, le crociate, i "gossip". Gli italiani, che stanno cercando di uscire da una crisi economica senza precedenti, non ne possono più di "veline", veleni e di storiacce piccanti. Qui ci vuole un impegno comune per mettere in soffitta gli attacchi personali e le guerre per bande e per rimboccarsi, invece, le maniche sui fatti concreti. In tal senso, le dimissioni di Boffo possono servire veramente a ritrovare quella volontà di cambiare da tutti auspicata. Perché, inutile nasconderlo, nel caso del direttore dell'Avvenire, nessuno è uscito indenne. Ci hanno rimesso un po' tutti: in primis Boffo, che aveva condotto una vera e propria battaglia contro Berlusconi sui temi etici. Ma anche i vari partiti, che hanno strumentalizzato la vicenda ai propri fini; e poi lo stesso Giornale, che ha vinto questa partita assieme ad altri quotidiani, ma a caro prezzo (leggi: la guerra per bande). E pure diversi vescovi della Cei che, dopo aver sostenuto a spada tratta Boffo (molto più della solita difesa d'ufficio), lo hanno poi "scaricato" con altrettanta, eccessiva, sollecitudine. Una brutta vicenda, insomma, su cui cala finalmente il sipario. Da oggi si cambia: ma sarà vero?

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