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Vorremmo parlare d'altro

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Proviamo dunque a fissare tre paletti, a nostro giudizio utili per evitare un settembre inconcludente. Il primo paletto riguarda il rispetto della privacy. Diciamo così: o vale per tutti o non vale per nessuno. Vediamo in giro infatti una gran voglia di farla valere per tutti tranne uno, cioè quel Silvio Berlusconi di cui tutti possono dire e scrivere qualunque cosa. Uno va massacrato da mane a sera, gli altri devono essere trattati con pasticcini alla crema. Troppo comodo e soprattutto scandalosamente iniquo. Il secondo paletto è quello del rispetto dei ruoli. I giornali facciano i giornali, i partiti (e gli altri) facciano la loro parte. La Repubblica da tempo immemorabile si comporta da partito, mostrandosi strabica anche quando si tratta di previsioni del tempo (per capirci, ad Arcore è sempre bufera). Non vorremmo l'esplosione di una pandemia, con l'«Avvenire» che troppo spesso pensa di essere la Chiesa o con «Il Giornale» che si mette a fare il governo. Terzo paletto riguarda i rapporti tra i due lati del Tevere. La dialettica è d'obbligo e qualche insofferenza negli ultimi mesi in Vaticano è comprensibile. Detto ciò, la Chiesa ha in questo governo il migliore interlocutore presente su piazza, poiché tutto la divide dalla corrente largamente prevalente a sinistra (gli ex comunisti, per essere chiari). Stiamo uscendo provati ma vivi dalla crisi. C'è ben altro da fare che perdere tempo in chiacchiere.

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