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È morto Ted l'ultimo Kennedy

Barack Obama e Ted Kennedy

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Se n'è andato l'ultimo cavaliere di Camelot. Ted, il principe senza corona della dinastia Kennedy non ha vinto la sua battaglia più difficile: quella contro il tumore al cervello. Si è spento così la scorsa notte a 77 anni, nella casa di Hyannis Port nel Massachussets, l'ultimo dei tre fratelli che hanno segnato la storia degli Stati Uniti. Edward M. Kennedy, che verrà sepolto accanto ai fratelli nel cimitero militare di Arlington, era nato il 22 febbraio 1932 a Boston, la città che ha segnato la sua carriera e le sorti del clan familiare. Se è vero che a differenza di John e Bob non riuscì mai a convincere gli americani di essere lui il nuovo re Artù (così fu definito JFK nei suoi mille giorni da Presidente) è pur vero che il «leone del Senato», come amavano chiamarlo i suoi avversari politici, ha fatto della politica la sua vita. Membro del Congresso dal 1962 è stato artefice e oppositore di molte delle leggi che hanno ridisegnato l'America. Sembrava destinato alla Casaa Bianca ma, nel 1969, lo scandalo di Chappaquiddick distrusse il suo sogno: finì con la sua auto in mare e la sua assistente, Mary Jo Kopechne, morì affogata. Il senatore era alla guida, ma lasciò la scena dell'incidente e non avvertì le autorità fino al giorno dopo quando però il corpo della donna era stato già ritrovato. L'idea di proseguire sulla via democratica aperta dai suoi fratelli svanì così definitivamente con la sconfitta alle primarie del 1980 contro il Presidente Jimmy Carter. Dopo le lotte per i diritti civili e politici che lo videro protagonista negli anni '70, compresa la dura battaglia con il presidente Nixon perchè ritirasse le truppe dal Vietnam, per Ted gli anni '80 rappresentarono il fallimento non solo politico, ma anche personale con la fine del suo matrimonio con Joan. Nel 1991 arrivò però la rinascita con le scuse pubbliche «per i miei difetti». Un nuovo matrimonio e il riconoscimento come guida e decano dei democratici. Il pragmatismo e la capacità di dialogare anche con gli avversari politici, hanno permesso a Kennedy di rendersi protagonista anche di leggi bipartisan. John McCain, candidato repubblicano alla Casa Bianca, è stato più volte al suo fianco nel promuovere iniziative legislative. È stato anche l'alleato decisivo nella riforma scolastica del presidente George W.Bush. L'ultima legge di rilievo su cui è stato decisivo è quella contro la discriminazione genetica sul posto di lavoro. Due giorni di veglia nella J.F. Kennedy Library precederanno il funerale che sarà celebrato sabato nella Church of Our Lady of Perpetual Help di Boston. È stato forse il Lancillotto della dinastia Kennedy, quello che è «rinato» dalle sue stesse ceneri ritrovando la speranza e la voglia di lottare. Con un ultimo ruggito, il «vecchio leone» ha così consegnato l'Excalibur della politica democratica americana al nuovo presidente: Barack Obama.

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