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Verdini: "Chi critica il Pdl, guardi i risultati"

Denis Verdini

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Onorevole Verdini con i leghisti pace fatta? «Ma perché, abbiamo litigato?». Beh, nella maggioranza un po' di agitazione per le ultime sortite del Carroccio c'è stata... «Guardi, mi sembra una polemica chiusa, almeno nella sostanza. Certo, i mesi estivi sono per la Lega un'occasione per lanciare degli input ad un elettorato centrato tutto sul Nord. Niente di più». Questo per inno e dialetti. Come la mettiamo invece sulle gabbie salariali? «Questa è per Bossi una questione davvero importante, il costo della vita e appunto le gabbie salariali. Sono temi reali e tra l'altro già sul tavolo del governo. Certo che, però, certe loro esternazioni non aiutano, anzi...». Quindi non è vero che siete sotto "ricatto" della Lega? «Guardi, i numeri parlano chiaro. Basta vedere quelli che votano Pdl e quelli che votano Lega. Noi abbiamo raggiunto consensi straordinari, ovunque. Su 22 ministri 18 sono nostri. Se guardiamo ai provvedimenti, 9 su 10 sono del centrodestra. Ognuno ha le sue posizioni ma alla fine si arriva sempre ad una mediazione. Bossi è un alleato importante, solido, fondamentale. Ed è anche per questo che si cerca di mettere zizzania». Chi mette zizzania? «Tutti coloro che non vogliono lo svecchiamento del paese e che quindi hanno interesse affinché questo rapporto si interrompa. È dal 2000 che lavoriamo assieme ai leghisti e anche bene. E questo all'opposizione sicuramente non va giù». Non è che magari il Pdl dovrebbe solo far sentire un po' di più la sua voce? «Il Pdl, seppur in poco tempo, ha fatto cose straordinarie. Certo, si deve avere un po' di pazienza e farlo crescere». Si riferisce alle critiche di Alemanno? «Mi riferisco a tutti i giusti critici. Se si osservano tutte le elezioni, dalle scorse politiche a oggi, si può notare come il Pdl ha ottenuto sempre grandi risultati. Resta il fatto che questo partito ha pochi mesi di vita: molte cose sono state fatte ma molte sono ancora da fare. Posso aggiungere anche una mia considerazione personale?». Prego. «Se volessimo confrontare il Pdl al Pd vedremmo che non c'è partita. Per fare una bella casa occorre fare delle fondamenta solide. E noi stiamo lavorando».   Quale sarà la prossima mossa del suo partito? «L'organizzazione degli amministratori locali, tra gli 80 e i 100 mila. Parliamo di 8000 comuni, non è una sciocchezza».   Il tutto passando per le regionali. È ancora un sostenitore convinto dell'allargamento del Pdl all'Udc? «Sono un sostenitore convinto del bipolarismo e del bipartitismo. In questo quadro rientrano anche le regionali 2010, dove noi abbiamo l'occasione di sfilare alla sinistra tante regioni: Piemonte, Lazio, Liguria, Calabria, Campania. Per avere più possibilità il patto con la Lega è fondamentale». Ma non sufficiente per il sud. «Occorrerebbe anche l'Udc, visti soprattutto i 14 anni passati insieme. Ovvio, si tratta ora di fare una serie di valutazioni, da ambo le parti». Quelli di An sembrano però ancora contrari ai centristi. «Non c'è alcun pregiudizio nè da An nè dalla Lega. Ne sono sicuro». Che messaggio manderebbe a Casini? «Di ricordare tutte le battaglie fatte insieme e le radici comuni». E alla Lega? «Che le decisioni riguardanti le regioni devono essere prese tenendo conto di tutto il quadro nazionale». Della serie, c'è il nord ma c'è anche il sud... «Della serie».  

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