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Il Tar boccia l'ora di religione

Il ministro Mariastella Gelmini

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{{IMG_SX}}Il Tribunale amministrativo ha infatti accolto il ricorso presentato dalle associazioni religiose laiche e non cattoliche, che ritenevano una discriminazione l'attribuzione di un punteggio scolastico alla frequenza dell'ora di religione. Evangelici, Luterani, Valdesi e appartenenti all'Unione delle comunità ebraiche l'hanno spuntata sull'ordinanza dell'ex ministro dell'Istruzione Giuseppe Fioroni per gli esami di Stato 2007/2008. Annullata. L'ora di religione, dunque, non porterà più crediti. «I docenti di religione cattolica - come si legge nella sentenza numero 7076/2009 del 17 luglio - non potranno partecipare a pieno titolo alle deliberazioni del consiglio di classe concernenti l'attribuzione del credito scolastico agli alunni che si avvalgono di tale insegnamento». Fioroni si è difeso ricordando di aver solo «applicato la legge, attuandola a un quadro legislativo e a una normativa precedente e vigente», e ha rimandato la questione all'attuale ministro Gelmini. «Ma siccome - ha chiosato l'ex titolare dell'Istruzione - al conseguimento dei crediti concorrono una serie molto ampia e varia di discipline tra cui corsi di danza caraibica, ritengo che possa contribuirvi anche l'ora di religione o della materia sostitutiva, come previsto per legge». «La sentenza (il Tar aveva già sospeso l'ordinanza a maggio del 2007) stabilisce - spiegano i ricorrenti, sentenza in pugno - che un insegnamento di carattere etico e religioso, strettamente attinente alla fede individuale, non può assolutamente essere oggetto di una valutazione sul piano del profitto scolastico» e che lo Stato «non può conferire a una determinata confessione una posizione "dominante" violando il pluralismo ideologico e religioso». «L'attribuzione di un credito formativo a una scelta di carattere religioso degli studenti e dei loro genitori, quale quella di avvalersi dell'insegnamento della religione cattolica nelle scuole pubbliche - si legge ancora nel documento - da luogo a una precisa forma di discriminazione, dato che lo Stato Italiano non assicura identicamente la possibilità per tutti i cittadini di conseguire un credito formativo nelle proprie confessioni, ovvero per chi dichiara di non professare alcuna religione in Etica Morale Pubblica». Ai maturandi, a questo punto - come ha ricordato lo stesso Fioroni - non resta che darsi alla danza caraibica o tentare di distinguersi nell'ora di educazione fisica. Lo sport, si sa, ha già in passato salvato asini cronici da sonore bocciature.

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