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Quel De Gasperi che piace a Bossi

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Nascononel dopoguerra. Questo meccanismo è esistito nel secondo dopoguerra ed abolito nel 1969 grazie alla battaglia del movimento operaio. Le «tabelle salariali» sono rigidi differenziali retributivi per macro aree geografiche contemplati dagli accordi interconfederali dei primi decenni del dopoguerra e applicati in Italia fino agli anni Sessanta. In base a questo meccanismo, i livelli salariali erano minori al Sud rispetto al Nord, rispecchiando così il diverso livello del costo della vita. Italia divisa in 14 aree. Le gabbie previste dall'accordo sul conglobamento retributivo del 1954, per riordinare la struttura dei salari, vedono l'Italia divisa in 14 zone. Nel 1961 poi le zone vengono dimezzate e viene prevista una diminuzione dello scarto tra la prima e l'ultima dal 29 al 20 per cento. Abolite nel '69. Le gabbie vengono definitivamente abolite nel 1969, dopo anni di lotte operaie, durante le quali Cgil, Cisl e Uil avevano lanciato una vertenza nazionale sostenuta da scioperi e manifestazioni: il 21 dicembre 1968 fu l'Intersind (l'associazione padronale che rappresentava le aziende a partecipazione statale) ad accettare l'eliminazione delle gabbie, sia pure in modo graduale entro il 1971; poi toccò a Confindustria. Lega all'attacco. Negli ultimi anni è stata soprattutto la Lega Nord a tornare sul tema delle gabbie salariali. L'attuale ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli, in particolare, aveva già avanzato la proposta nel 2004. Quest'anno è stato il leader del Carroccio Umberto Bossi a rispolverare il tema, sollevando numerose critiche anche all'interno della maggioranza.

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