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Berlusconi lancia il piano per l'Italia

Silvio Berlusconi

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Due ore e mezzo. Tanto è durato il vertice. Il ministro Tremonti è arrivato ad Arcore intorno all'ora di pranzo ed è uscito in auto a metà pomeriggio senza fermarsi per rilasciare dichiarazioni ai tanti cronisti presenti fuori dalla villa. Intanto ieri imprese e banche hanno siglato il patto per l'autunno. Una pace provvidenziale tra credito e sistema produttivo in vista della ripresa di settembre che potrebbe rivelarsi più dura del previsto. L'artefice dell'armistizio è stato il ministro dell'Economia.Su una delle auto è stato riconosciuto anche Vittorio Grilli, direttore generale del Tesoro. Una colazione attesa, programmata da tempo e tra gli appuntamenti clou prima delle vacanze estive, avendo sul tavolo questioni come la crisi economica e soprattutto il piano sud. Il tanto contestato provvedimento con cui il governo scende in campo a favore delle regioni meridionali, in primis la Sicilia, e su cui nei giorni scorsi si è alzato un vero e proprio polverone politico. Nell'ultimo Consiglio dei ministri, venerdì scorso, il premier ha ribadito come il piano di fatto sarà chiuso definitivamente a settembre. Per ora, sono stati solo sbloccati i fondi per la Sicilia, al centro nei giorni scorsi di un'aspra ribellione da parte di alcuni parlamentari isolani, capitanati da Raffaele Lombardo e Gianfranco Miccichè. Dopodiché il dossier è ancora tutto aperto, e per niente semplice da trattare. Con tutte le altre regioni meridionali sul piede di guerra e pronte a far sentire la propria voce (così come fatto dalla Sicilia) per avere uguale trattamento e quindi uguali fondi. Premesso che quello a cui pensa Berlusconi e quindi il governo è di qualcosa di diverso rispetto al passato, vale a dire sì ai fondi ma per determinati e precisi progetti - tradotto, non più soldi a pioggia - quello di cui si è discusso durante il vertice di ieri è di un intervento quinquennale. Un piano Marshall con al centro una serie di progetti chiave per il Mezzogiorno. Ma che però non sarà solo destinato alle regioni meridionali ma avrà carattere nazionale. Berlusconi ne ha parlato ieri con Tremonti, per dare immediata concretezza all'idea di un piano che porti il suo nome e che segni davvero la ripresa d'autunno. Ci si dovrà servire di progetti mirati e utilizzare anche i fondi Fas previsti per le le varie regioni. Ufficialmente si parla di una totale sintonia nella maggioranza e nel governo sul piano. Stando invece ai rumors di Palazzo ci sarebbero ancora parecchi malumori, soprattutto su come Tremonti starebbe gestendo tutta la questione fondi. Non a caso il capogruppo Pdl in Senato Maurizio Gasparri invita il governo, ed in particolare il ministro Tremonti, a «concordare con il Parlamento ogni auspicabile innovazione sul Sud, che non sia ordinaria gestione a legislazione vigente». Tornando alla colazione di Arcore, la presenza di Grilli fa pensare che la questione soldi sia, ovviamente, un nodo cruciale. Domani sera ci sarà una prova importante proprio su questo: Berlusconi infatti incontrerà a Palazzo Chigi il presidente della Conferenza delle Regioni Vasco Errani, occasione in cui potrebbero emergere proprio i mal di pancia delle altre regioni del Sud rispetto ai soldi dati dal governo finora solo alla Sicilia. Intanto, dopo una prima levata di scudi sull'ipotesi di una nuova Cassa per il Mezzogiorno, accende oggi un parziale semaforo verde La Lega, rassicurata sull'idea di interventi non a pioggia, appunto, ma mirati e sotto la diretta gestione di Palazzo Chigi. «La proposta di Tremonti sul Mezzogiorno, condivisa da Berlusconi, è positiva. Probabilmente l'unica cosa sbagliata - apre il ministro per la Semplificazione Roberto Calderoli - è aver parlato di Cassa per il Mezzogiorno che almeno per quel che riguarda la seconda metà della sua attività genera ricordi assolutamente negativi. Qualcuno la chiama cabina di regia, io preferisco il termine "missione", proprio perchè l'unità di missione è già prevista come strumento del governo, con un mandato, un tempo e un obiettivo predefiniti».

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