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"Il Pdl è nostro, riconquistiamolo"

Ignazio La Russa

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La riscossa di An. O forse un grido di dolore. «Non siamo figli di un dio minore», protesta persino (o paraculescamente) uno come Ignazio La Russa, coordinatore del Pdl proprio in quota finiana e certamente tra i più vicini a Silvio Berlusconi. E protesta anche Mario Landolfi che chiede che «il territorio conti di più», magari anche istituendo una «camera del territorio». E c'è persino Carlo Fidanza, neo eurodeputato e vicepresidente di giovani di An, che detta le regola del futuro movimento dei ragazzi del Pdl: «Chi ne è al vertice non può usare l'incarico giovanile per rendite di posizione. bisogna fissare l'incompatibilità: se si guidano i ragazzi non si può essere consigliere comunale, regionale, deputato o ministro». E avverte: «Si facciano rispettare le regole. Non si può essere nel movimento giovanile a 35 anni. Al massimo a 26». La Russa, che sale sul palco immediatamente dopo di lui, si dice subito d'accordo (per la cronaca, l'attuale leader è Giorgia Meloni, ministro della Gioventù, 32 anni). E poi soprattutto c'è Gianni Alemanno che fissa i suoi paletti: «Non dobbiamo essere post di niente o avere nostalgie di nulla. Oggi abbiamo di fronte a noi una grande prospettiva per fare una profonda rivoluzione». E la «rivoluzione» è un'altra visione, un modo diverso di intendere il mondo e in particolare il Pdl. Insomma, il mondo di An si muove. Vuole tornare a contare nella formazione che nasce. E così dal palco della convention dei circoli Nuova Italia a Orvieto, si alternano gli oratori del mondo che ruota attorno al sindaco di Roma. Spiega l'ex ministro delle Comunicazioni: «La questione del Sud non può essere risolta con la scorciatoia di dare un ministero a qualcuno. Noi diciamo no al Partito del Sud, ma diciamo sì al partito del territorio». Landolfi propone una «modifica allo Statuto del Pdl, in modo da affiancare alla direzione nazionale, che è una camera politica, una camera del territorio costituita dai rappresentanti delle autonomie locali e delle articolazioni territoriali del partito». Il deputato casertano Landolfi propone inoltre che alle prossime Politiche, visto che non sono previste nella legge elettorale le preferenze, si costituiscano le liste affidando «un terzo delle indicazioni alla direzione nazionale, un terzo alla "Camera del territorio" e un terzo al presidente del partito». Il territorio è anche la chiave di volta dell'intervento di Vincenzo Piso, coordinatore laziale del Pdl, che suggerisce di approfittare di questa fase di smembramento della sinistra «per occupare gli spazi, metro su metro». La Russa arriva un po' in ritardo ma per gridare che «è finita la maledizione dei figli di un Dio minore». Ed elenca le città che sono già guidate da sindaci o presidenti di Provincia di estrazione An: Verbania, Enna, Siracusa, Crotone, Salerno, Bergamo, Imperia, Ascoli e naturalmente Roma. Insiste: «Dobbiamo conquistare il partito in fatto di idee, non per sopravanzare le altre, ma per far si che le idee che portiamo avanti siano in grado di conquistare l'anima del nostro nuovo partito, facendo proselitismo culturale più che di corrente». E addirittura colloca la nascita del Pdl nel solco del primo documento che siglò il parto del Msi nell'immediato dopoguerra. Infine, le conclusioni al primo cittadino della Capitale che detta la linea: «Ora bisogna recuperare sulle riforme e qui il Sud ha un ruolo centrale». Che traduce in dieci azioni di riforma da avviare subito: «Il governo deve riprendere rapidamente la strada delle riforme su dieci punti - spiega - Bisogna attuare il federalismo fiscale, fare il manifesto per il Sud, aprire alla sussidiarietà, fare la riforma della pubblica amministrazione e della giustizia, la riforma della formazione e dell'istruzione, fare in modo che il volontariato e il no profit siano premiati, la partecipazione e le riforme del welfare, promuovere una fiscalità di vantaggio per le imprese e intervenire sul credito, gli Eurobond per un piano Marshall per l'Africa e l'attuazione dei Global legal standard». «Dobbiamo lanciare questa offensiva in autunno», aggiunge Alemanno.

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