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Berlusconi, uno di noi (non è santo)

Il premier Silvio Berlusconi

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Con il sorriso sulle labbra e la sua inconfondibile autoironia alla fine Silvio Berlusconi è riuscito a togliersi qualche sassolino dalla scarpa: «Non sono un santo, speriamo che lo capiscano anche quelli di Repubblica». E quale migliore occasione se non la cerimonia per l'avvio delle BreBeMi, l'autostrada che collegherà direttamente Brescia a Milano, per esaltare i successi del suo governo e ribadire, nonostante i continui attacchi che, il 31 dicembre 2012 «saremo ancora qui perché come può fare l'Italia a fare a meno di noi?». Palese quindi il riferimento del premier alle registrazioni pubblicate da L'Espresso sulle conversazioni con la D'Addario per le quali il gruppo editoriale ha depositato un esposto nei confronti di Berlusconi ipotizzando reati di diffamazione, abuso d'ufficio e market abuse. Solo l'ennesima provocazione contro il Cavaliere che prontamente risponde: «Chi mi attacca da cacciatore è diventato cacciato perché ha perso credibilità e lettori. Questa faccenda si ritorcerà contro. Cercano di far fuori la persona perché non hanno da fare altre critiche».  E gli applausi della platea non possono che rincuorarlo: «Gli attacchi personali non mi toccano perché a casa mia non succede nulla di disdicevole e di indecoroso. Sono una persona che ha stile e decoro. Lasciamo ad altri queste robe di bassissimo livello che non mi feriscono assolutamente anche perché sono assolutamente convinto che gli italiani non siano quegli sciocchi che la sinistra vorrebbe dipingere». Così, lasciato ad altri il gossip politico, Berlusconi torna sui temi a lui maggiormente cari come la crisi. Quella crisi per la quale gli è stato riconosciuto il merito di essere stato il primo a far votare atti sia per affrontarla che per uscirne, e sulla quale ieri ha commentato: «Si è sfogata per quanto riguarda il sistema finanziario. Chi doveva fallire è fallito, chi ha preso i soldi in borsa li ha persi, chi ha dei titoli li ha chiusi nel cassetto e sta aspettando la ripresa. Non dobbiamo avere paura della crisi ma dobbiamo riprendere le nostre abitudini, andare in vacanza, possibilmente in Italia e non all'estero, e dobbiamo ricominciare a far lavorare le imprese mantenendo la domanda». Poi il premier bacchetta le banche: «Hanno usufruito solo in minima parte dei 12 miliardi stanziati dal governo per la loro patrimonializzazione. Davanti alla crisi hanno una responsabilità e noi dobbiamo chiedere loro un maggiore coraggio e meno prudenza». Quanto ai temi più prettamente politici il Cavaliere ha ribadito la sua convinzione di andare verso un sistema bipartitico, nonostante la posizione nettamente contraria del principale alleato del Pdl, la Lega Nord di Umberto Bossi: «Oggi il governo ha il 56% di consenso, io sono al 68%. Ho un sogno: la democrazia bipartitica. Faccio un torto alla Lega? Cosa dobbiamo fare?». Infine non poteva mancare un riferimento all'Abruzzo con l'annuncio che entro novembre 20mila senza tetto de L'Aquila avranno una casa. «Stiamo realizzando un miracolo - ha detto Berlusconi. Realizzeremo 2.200 villette bellissime in 100 giorni, metteremo in un letto con le lenzuola, con un frigo pieno, 20 mila persone. Questo è un miracolo perché in Cina, dove c'è stato un terremoto, sono ancora nelle tendopoli e nelle baraccopoli».

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