Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Grillo salta dentro il Pd

Beppe Grillo

E Bersani conquista Zingaretti

  • a
  • a
  • a

C'è un infermiere professionale a Partenopoli. Si chiama Andrea Forgione, ha due figli e fa il segretario di un circolo del Pd. Niente di eclatante, una quarantina di iscritti in un paese di 2.700 abitanti a 480 metri sul livello del mare in provincia di Avellino. Un paese che, fino a ieri, poteva vantarsi di aver dato i natali a Fiorentino Sullo, membro dell'Assemblea costituente e considerato uno dei capi storici della sinistra Dc. Fino a ieri. Perché da oggi Paternopoli, o meglio il suo circolo Pd intitolato a Martin Luther King, ha tra i propri tesserati Giuseppe Piero Grillo più noto al grande pubblico come Beppe Grillo. Abbastanza per balzare agli onori delle cronache. Anche perché, dopo le polemiche di questi ultimi giorni, la distanza tra il comico genovese e via del Nazareno sembrava incolmabile. Invece, respinto dal circolo sardo di Arzachena, rifiutato dalla natia Genova, bocciato dalla Commissione nazionale di garanzia, Grillo ha trovato casa in questo piccolo paese dell'avellinese. E ora si prepara a lanciare l'assalto alla segreteria del Pd. Un'impresa al limite dell'impossibile. «Sono contento - commenta -. Ma io devo prendere 2.000 firme entro due giorni (in realtà la scadenza per la presentazione delle candidature è fissata per le ore 20 del 23 luglio) e non so se ce la faremo. Però andrò al congresso a parlare. Adesso bisogna vedere se lo statuto prevede che un tesserato parli al congresso. Se non ci sarà un'altra commissione di garanzia dove l'articolo 4 del paragrafo 9 dirà che io non posso parlare...allora vedremo. Comunque andrò al congresso. Questo è sicuro». A dire il vero il partito ha già stoppato Grillo dichiarando il suo tesseramento nullo. Per il vice responsabile organizzativo del Pd Gero Grassi, infatti, ciò che è successo a Paternopoli è «privo di validità». E anche il segretario regionale Tino Iannuzzi non lascia margini di manovra: «L'iscrizione al Pd di Beppe Grillo è da considerarsi priva di ogni valore. Infatti la Commissione nazionale di garanzia, con una decisione che produce i suoi effetti sull'intero territorio nazionale, ha giustamente stabilito che Grillo con il suo movimento politico ha ispirato posizioni totalmente contrarie e ostili alla linea e all'azione politica del Pd. Pertanto la sua iscrizione è del tutto incompatibile con l'adesione al Partito Democratico». Ma Forgione insiste. «Se noi ci chiamiamo Partito Democratico - incalza il segretario paternese - dobbiamo tenere porte e finestre aperte, altrimenti potevamo continuare a chiamarci Ds, Margherita, o Pci, o Pcus. Questo gioco di dire "tu sì, tu no", conviene a chi gestisce il potere, a chi vuole obbedienza. Dicono che Beppe Grillo volesse provocarci. Secondo me voleva metterci alla prova, e alla richiesta si è risposto dimostrando che il gruppo dirigente ha paura di lui, e della rete». «Se vogliono - continua -, quelli di Roma mi caccino pure. Io sono entrato nel Pd da uomo libero e se mi dicono di andarmene lo farò allo stesso modo. Da uomo libero. È vero che Grillo ha detto cose forti, ma non è possibile che per lesa maestà una persona non venga tesserata. Martedì ci recheremo in federazione ad Avellino a presentare le nostre 40 tessere. Per noi è un iscritto come gli altri, ha il diritto di partecipare a tutte le fasi congressuali come tutti gli altri iscritti». E mentre Mario Adinolfi, candidato alla segreteria del Pd, fa sapere che chiederà la conferma del tesseramento alla prossima Direzione nazionale del Pd in programma il 22 luglio, Grillo si dice sicuro che quello di Paternopoli è solo «il primo circolo a fare outing» e lancia il suo programma. «Io voglio parlare ai giovani del Pd - spiega - non ai fossili che sono lì da trent'anni. Se diventassi segretario manderei via almeno mille persone, quelli che hanno più di due legislature, tutti quelli invischiati in affari loschi a partire da Bassolino. Ai vertici giovani dai 30 ai 40 anni». Quanto poi ai rapporti con l'Idv di Di Pietro nessun dubbio: «Pd e Idv devono fare insieme una grande e forte opposizione. Noi abbiamo obiettivi, non ideologie». La telenovela continua.

Dai blog