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Carfagna: "La castrazione chimica è inutile, abbiamo norme severe"

Mara Carfagna

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È la vittoria di una importante battaglia. Il traguardo di un cammino iniziato un anno fa e diventato per il suo ministero una priorità. Ecco perché, appresa la notizia del voto favorevole alla Camera alla proposta di legge sulla violenza sessuale il ministro Mara Carfagna esprime tutta la sua soddisfazione. «È un grande risultato anche perché la sensibilità su questo tema è molto accresciuta negli ultimi mesi». In Israele per una serie di incontri istituzionali, la titolare delle Pari Opportunità esulta.   Un testo approvato tra l'altro in modo bipartisan. Se l'aspettava? «Beh, direi che questo è il segnale evidente di come su questi temi non ci siano differenze di alcun genere».   E alla fine non è passata la contestata norma "wanted", voluta da tre esponenti del Pdl e cancellata dalla Lega, che prevedeva la possibilità di affiggere anche nei luoghi pubblici le foto-segnaletiche di un ricercato per violenza sessuale. «Credo che il testo uscito dalla Camera sia davvero un buon testo. La legge così com'è, se dovesse passare anche al Senato, offre alle donne uno strumento importante per potersi difendere». Rimanendo sulla Lega: commentando il caso dello stupratore romano, il ministro Calderoli ha proposto ancora una volta la castrazione chimica. Lei crede possa essere davvero uno strumento utile? «Oggi in Italia esiste una normativa molto severa. In un anno quello della violenza sessuale è diventato un fenomeno molto controllato, dal governo e da tutte le forze politiche. Lanciare queste proposte, a volte anche un po' provocatorie, che suscitano anche polemiche, non so quanto sia utile». Altro argomento, l'adeguamento delle pensioni tra uomini e donne, così come richiesto dall'Unione Europea. Il presidente Berlusconi ha in qualche modo frenato. Come pensate di risolvere la questione? «Di certo non possiamo far finta di nulla. Io sono favorevole, purché l'adeguamento sia graduale e non danneggi i diritti delle donne che si trovano adesso in età pensionabile. Mi piacerebbe anche che i fondi che saranno così risparmiati vengano destinati per le madri lavoratrici». Ministro, è appena uscito il suo libro sul primo anno di governo. È soddisfatta o tornasse indietro cambierebbe qualcosa? «In generale credo che questo governo abbia davvero dato al Paese risposte concrete su temi davvero importanti. Per quanto riguarda il mio ministero, non spetta a me giudicare quanto fatto». Siamo alla vigilia del conclave del governo, per fare il punto su quanto fatto e sui prossimi obiettivi. E se alla fine le arrivasse la proposta di fare da vicepremier? «Guardi, non ragiono sui ma o sui se. Mi sa che siete voi giornalisti che vi divertite a mettere in giro certe voci». Vabbè, allora facciamo il gioco dei "ma e dei se". Se il premier glielo chiedesse? «Se lo facesse, valuterò. Ripeto, per ora penso a fare bene il mio lavoro». Ieri, qui a Gerusalemme, ha incontrato il presidente israeliano Shimon Peres. Un "vecchio" della politica nazionale a confronto con un giovane ministro. Cosa le ha detto? «Poter essere davanti ad un premio nobel per la pace, è stata davvero una grande emozione. Abbiamo parlato di tanti temi di politicaa internazionale». E non solo. Le ha dato anche un messaggio per il presidente Berlusconi, giusto? «Mi ha chiesto di sollecitare il presidente Berlusconi sulla conferenza interreligiosa da fare a novembre a Nazareth. Un confronto tra il governo israeliano e quello italiano, non solo con i due premier Berlusconi e Netanyahu, ma anche tra i rappresentanti dell'Esecutivo».

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