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Napolitano: "Clima più civile"

Il capo dello Stato Giorgio Napolitano

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Il presidente della Repubblica Giorgio Napolitano spera di riuscirci ancora. La prima volta fu il 29 giugno scorso quando parlando ai giornalisti a Capri disse: «Sarebbe giusto, di qui al G8, avere una tregua nelle polemiche. Io capisco le ragioni dell'informazione e della politica, ma il mio auspicio in questo momento è una tregua nelle polemiche». Un vero appello di un Capo di Stato che ha a cuore le sorti del suo Paese. Un invito rivolto ai giornali e ai politici nella speranza che riuscissero, almeno in concomitanza di un vertice internazionale così importante, ad anteporre agli interessi personali quelli dell'Italia. Il risultato? Un successo. E non poteva essere diversamente dato che giorno dopo giorno, da destra a sinistra, tutti gli riconoscono di essere quel garante super partes di cui l'Italia aveva bisogno in un momento così avvelenato come quello che ha caratterizzato gli ultimi mesi della politica italiana. E neppure l'ostinata opposizione del leader dell'Idv, Antonio Di Pietro, costretto a comperare le pagine dei giornali stranieri per denigrare Berlusconi e di conseguenza l'Italia, è riuscita a minare quell'appello. Anzi, l'ex magistrato è riuscito, attirandosi l'inimicizia di tutte le forze politiche italiane, a renderlo ancora più forte. E con queste premesse Napolitano ha pensato di riprovarci nella speranza che il clima di serena opposizione tra maggioranza e opposizione possa continuare. Una speranza racchiusa in una semplice battuta: «In generale - dichiara Napolitano in un colloquio con il Corriere della Sera - dopo le tregue o riprendono i combattimenti o si cerca la pace». Ma il presidente della Repubblica, dopo aver riconosciuto un «indubbio successo» del G8 al premier Silvio Berlusconi, non auspica né la pace né la guerra perché «nel caso della nostra vicenda politica, nessuno può pensare che ci sia la pace come rinuncia alle rispettive posizioni, però penso - continua il Capo dello Stato - che si potrebbe costruire un clima più civile, corretto e costruttivo nei rapporti tra governo e opposizione». Un ulteriore appello che raccoglie il plauso bipartisan delle forze politiche, ad eccezione, per l'ennesima volta, di Antonio Di Pietro che ha prontamente rigettato l'invito annunciando un'«opposizione senza sconti». Dal Pdl invece arriva il commento del Capogruppo alla Camera, Fabrizio Cicchitto: «Il presidente Napolitano conferma di essere realmente al di sopra delle parti. Dopo il G8 è anche possibile che l'Italia sia un Paese normale con una dialettica tra maggioranza ed opposizione ma per questo bisogna essere in due». Dichiarazione alla quale si associa il collega di partito, capogruppo al Senato, Maurizio Gasparri: «Napolitano conferma il suo ruolo di garante delle istituzioni, ma sembra che i suoi appelli siano del tutto inascoltati da una sinistra menefreghista». Per il Pd prende la parola il capogruppo al Senato Anna Finocchiaro che dopo aver definito «sagge» le parole di Napolitano si lascia andare ad una bacchettata alla maggioranza: «Il Parlamento è il cuore della democrazia ma questo ruolo non gli viene riconosciuto dalla maggioranza e dal governo». Infine perfino la Lega Nord ha espresso il proprio gradimento nei confronti dell'«impeccabile intervento del presidente Napolitano» al quale il ministro della Semplificazione, Roberto Calderoli, ha auspicato «che si risponda con i fatti e non con la solita parata di dichiarazioni di maniera». Le premesse quindi sembrano esserci e nulla vieta che il miracolo di Napolitano si ripeta per la seconda volta in barba a chi si ostina a ricoprire il ruolo di profeta di sventura.

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