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Intercettazioni, Di Pietro si scaglia contro il Colle

Di Pietro nell'aula di Montecitorio

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{{IMG_SX}}«Mi domando quali furibondi attacchi si sarebbero scatenati da ogni parte se il sottoscritto avesse snobbato, cosi come ha fatto il governo, l'invito del capo dello Stato a rivedere una legge porcata - scrive Di Pietro sul suo blog - Il capo dello Stato ha chiesto al ministro della Giustizia di rivedere il ddl sulle intercettazioni prima che approdi al Senato. Alfano ha fatto subito sapere che sì, il ddl è modificabile, ma che l'esecutivo va dritto per la sua strada, aprendo solo a qualche ritoccò, vale a dire che vorrebbero fare solo modifiche di facciata. In sostanza - secondo Di Pietro - hanno mandato a spigolare il presidente della Repubblica che, pur di evitare strappi istituzionalì, ha preferito convocare l'esecutivo prima di rifiutare la firma di una legge fatta su misura per delinquere in libertà». «Signor Presidente - aggiunge - lei sta usando una piuma d'oca per difendere la Costituzione dall'assalto di un manipolo piuttosto numeroso di golpisti». Il leader dell'Idv critica Napolitano rimproverandogli di aver aperto la strada, con il suo incontro con il ministro della Giustizia Alfano, a semplici a «modifiche di facciata» al ddl sulle intercettazioni. Secondo Di Pietro, invece, il disegno di legge deve essere ritirato, anche a costo di arrivare allo scontro con il governo. «Oramai - sottolinea il leader dell'Italia dei Valori - non è più possibile evitare lo scontro con un governo che ha agito esclusivamente nell'interesse di pochi, spesso di una sola persona, a colpi di fiducia, di cene carbonare, di vili attacchi verbali, negando la realtà, la crisi del Paese, insultando la dignità dei cittadini ed usando la menzogna come strumento sistematico di propaganda. Affidarsi al buon senso della maggioranza accettando solo modifiche al ddl sulle intercettazioni non basta, bisogna ritirarlo. In una legge, dove il 90% del testo è da rifare, non si può parlare di ritocchi. E visto che chi ha fatto questa legge ha bisogno di quel 90% lo scontro è inevitabile». «La storia di questo governo - dice ancora Di Pietro - ha insegnato che aprire linee di credito a questa maggioranza non produce alcun risultato, anzi. Quindi la legge va ritirata, poichè non interessa al popolo italiano, che non l'ha chiesta, non la vuole, e produrrebbe effetti devastanti e un aumento vertiginoso della corruzione e degli atti criminali».   Immediato l'intervento di Dario Franceschini, segretario del Partito Democratico, ha stigmatizzato le dichiarazioni di Antonio Di Pietro sul Presidente della Repubblica. "E' intollerabile che il leader dell'Idv coinvolga il Presidente della Repubblica nella polemica politica", ha dichiarato in una nota. "Il Presidente sta svolgendo con intelligenza la sua funzione di garante delle regole e degli equilibri istituzionali", ha sottolineato, "di questo l'intero paese deve essergli grato".

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