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Vendola fa saltare la giunta

Niki Vendola

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Cade la prima testa nella Sanitopoli della sinistra pugliese e salta anche la giunta regionale. Ieri il governatore Nichi Vendola - ligio alla lezione berligueriana che pone al primo posto nell'azione politica la «questione morale» - ha «scaricato» il direttore dell'Asl Bari, Lea Cosentino, indagata dal pm Giuseppe Scelsi in un procedimento per turbativa d'asta nell'ambito di una inchiesta (il Barigate) sugli appalti degli ospedali del capoluogo. E poche ore dopo ha azzerato l'esecutivo. Ufficialmente ha adottato l'escamotage del rimpasto, spiegando che è sua intenzione aprire ad altre forze per allargare la maggioranza, ma nei fatti si tratta di una scelta tutta politica per venir fuori dall'impasse generato dal coinvolgimento di alcuni suoi assessori (anche se non sono stati iscritti nel registro degli indagati) e manager nelle inchieste sulle forniture di protesi e servizi per la sanità. La Cosentino, direttrice della terza Asl d'Italia, quella del capoluogo (in quota Pd), nel primo pomeriggio si era intrattenuta per oltre due ore con il presidente della Regione e l'assessore alla Sanità Tommaso Fiore.   Poi ha comunicato lei stessa il suo siluramento. «Sono stata sospesa in via cautelativa dalla giunta regionale pugliese» ha spiegato non nascondendo delusione e rabbia per il provvedimento che ha minacciato di impugnare a difesa della sua onorabilità. Insomma, con il processo ancora in corso, la scelta del centrosinistra pugliese è percepita dalla diretta interessata come un atto di sfiducia, delegittimata de facto dopo aver dimostrato fedeltà alla causa della sinistra (aveva anche partecipato al congresso a Chianciano di Rifondazione comunista nel luglio scorso, invitata da Vendola). «Un commento politico lo devo fare - conclude la Cosentino - sono abbastanza amareggiata rispetto a comportamenti che non sono equanimi. Mi riferisco a miei colleghi direttori di Asl, molti dei quali, ho saputo, sono stati raggiunti da altrettanti avvisi di garanzia e rispetto ai quali non si è mai pensato di adottare provvedimenti del genere». Come dire: perché pago solo io?. Le contromosse di Vendola non si fermano al provvedimento adottato nei confronti della potente manager. In serata ha comunicato di aver azzerato l'intera giunta regionale (utilizzando la formula magica del «rimpasto»), dopo che il suo vice Sandro Frisullo del Pd, risultava citato da alcuni indagati nell'inchiesta che riguarda gli appalti della Tecno Hospital, l'azienda sanitaria riconducibile a Giampaolo Tarantini. Il leader di Sinistra e Libertà ha chiesto e ottenuto che i suoi assessori rimettessero il mandato, spiegando così che la sua decisione «è legata a fatti politici nuovi» (la presa di distanze dell'Udc dal Pdl e l'ingresso in esecutivo dell'Idv) e a «fatti indirettamente politici», con riferimento al terremoto giudiziario. «La sovrapposizione dei due elementi - ha chiosato - è sotto gli occhi di tutti"» Vanno tutti a casa. Ma Vendola, sfidando il buon senso, scalpita: «Non chiamatelo azzeramento».

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