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«La mia città ha rischiato la distruzione»

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Lavoce rotta dall'emozione, dall'altra parte della cornetta, è del tecnico della nazionale di calcio italiana Marcello Lippi. Lui, viareggino doc legato alla sua terra, vive il dramma da dentro. Quando nella notte di lunedì una palla d'inferno ha illuminato il cielo del litorale toscano, Lippi non aveva ancora capito cosa era successo. «Ieri sera non ero al corrente di quanto fosse accaduto», racconta. «Me ne sono reso conto solo questa mattina (ieri mattina, ndr) intorno alle 7 e ho cercato di capire cosa fosse accaduto. Ho parlato con un carabiniere, che mi ha raccontato la drammaticità dei fatti. Poi ho letto i giornali...sono scosso, è una tragedia». Lippi è naturalmente commosso. Tanto quanto il suo concittadino Pierluigi Collina. il designatore arbitrale. «La stazione non è proprio vicinissima a casa mia - racconta l'ex arbitro -, ma ho sentito il rumore di un tuono fortissimo. Ho pensato che fosse uno di quei temporali che ci sono, soprattutto d'estate, nelle montagne subito dietro Viareggio. Invece era una tragedia». Come Lippi, anche Collina stenta a credere: «È una cosa alla quale si stenta a credere: non è pensabile che possa succedere una cosa di questo tipo e che possano esplodere delle cisterne in questa maniera. Se è come sento dire dalle prime notizie, non è possibile che ci siano delle bombe che girano per i centri abitati: è una cosa che deve far pensare». Collina rabbrividisce solo al pensiero che le altre cisterne sarebbero potute esplodere: «Mi chiedo cosa sarebbe successo se fossero esplose tutte e tredici le cisterne anzichè solo due: Viareggio non sarebbe esistita più. Credo che questo sia un ulteriore elemento sul quale valga la pena di riflettere, è veramente agghiacciante».Fab. Per.

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