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Chiamparino non è il terzo uomo in corsa per la segreteria del Pd

Sergio Chiamparino

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Si era preso qualche giorno di tempo per decidere, ma alla fine ha anticipato i tempi: Sergio Chiamparino non si candiderà alla segreteria del Partito democratico. La notizia, trapelata da ambienti vicini al sindaco di Torino, verrà confermata ufficialmente a breve. Restano due, quindi, gli sfidanti alla leadership democratica: l'attuale segretario, Dario Franceschini, e l'ex ministro dello Sviluppo economico, Pierluigi Bersani. Da molti ritenuto l'outsider nella corsa alle primarie, Chiamparino ha preferito restare alla guida del Comune di Torino. «La sua valorizzazione sarebbe un bene per il Pd», qualsiasi sia la scelta, aveva detto Enrico Letta quando ancora la notizia non era stata diffusa. «Mi dispiace molto, perchè sarebbe stata una candidatura forte e importante» si rammarica invece il sindaco di Venezia, Massimo Cacciari. «Soprattutto - dice - avrebbe reso la cosa meno romanocentrica. Comunque la vita va avanti». Ora tocca vedere quale ruolo Chiamparino vorrà assumere nell'organizzazione del nuovo partito. E soprattutto capire quale sarà il candidato che appoggerà. Domani andrà ad ascoltare Bersani, che presenta il suo manifesto elettorale. Giovedì, invece, toccherà ai «veltroniani» riunirsi per lanciare il «Lingotto 2», a sostegno di Dario Franceschini. Il fantasma dell'ex segretario, infatti, aleggia. Soprattutto sul suo ex vice Franceschini che però - come rimproverano in tanti - non ha mai preso le distanze dalla gestione del partito da parte dell'ex leader.  

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