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Maurizio Lupi

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«Lafase due del governo del fare, mette al centro le famiglie e le imprese. Gli attacchi della stampa estera al premier? Vogliono distogliere l'attenzione dei cittadini dai problemi dei loro Paesi e colpire l'autorevolezza che Berlusconi ha dato all'Italia». Maurizio Lupi, vicepresidente della Camera, non usa la parola complotto ma è a questo che pensa quando dice che è in atto «una strategia internazionale per ridimensionare il prestigio acquisito all'estero da Berlusconi». Cominciamo dal decreto anticrisi. Serve a tamponare la crisi o anche a preparare il Paese per la ripresa? «Il decreto si colloca sulla stessa linea delle azioni che avevamo fatto questo anno, in risposta alla crisi. Da una parte c'è il controllo assoluto della spesa pubblica con la riduzione degli sprechi e dall'altra abbiamo voluto approfondire i tre pilastri che hanno contraddistinto finora l'azione del governo». Quali sono questi tre pilastri? «Innanzitutto la tutela assoluta del risparmio delle famiglie e la stabilità del sistema finanziario al servizio delle imprese; poi il sostegno al rilancio della piccola e media impresa e la tutela dell'artigianato; quindi il grande tema della difesa degli ultimi, con gli ammortizzatori sociali e il welfare. Questi i pilastri del primo intervento che sono stati implementati dal decreto». In che modo i provvedimenti preparano il Paese al dopo crisi? «Il decreto guarda alla possibilità di sfruttare la crisi come opportunità per riorganizzare il sistema. La detassazione degli utili reinvestiti ha come prospettiva proprio il dopo-crisi. La differenza con il centrosinistra sta nel fatto che mentre loro vogliono i sussidi alla disoccupazione noi premiamo le imprese che mantengono l'occupazione o che reintegrano i cassintegrati, e quindi rispondiamo a quanto chiesto dalla Confindustria. Poi c'è l'ampliamento del sostegno ai più deboli e la diminuzione del costo del gas. La famiglia viene riconosciuta come il punto essenziale della tenuta del sistema. Non è stata dimenticata la lotta all'evasione anche questa con un approccio diverso dal centrosinistra». Quale? «Chi detiene capitali nei paradisi fiscali è considerato evasore. La fase due del governo riparte per ridare ottimismo e fiducia alle imprese e alle famiglie. Non lasciamo indietro nessuno e al tempo stesso prestiamo attenzione alla spesa pubblica. I provvedimenti sono molto mirati. Sono convinto che nel confronto in Parlamento si potrà procedere su questa strada anche con un approfondimento di queste misure. Fondamentale sarà il confronto con l'opposizione». Il decreto sarà l'occasione per riaprire il dialogo con l'opposizione? «Il centrosinistra ha davanti un'altra occasione: o continuare la caccia al nemico con elementi estranei alla politica o tornare a un confronto serio». Il gossip sta minando l'immagine del Pdl? «Questo modo di fare politica non incide sull'immagine del Pdl e del premnier. Piuttosto rischia di distruggere un'idea positiva della politica e di allontanare i cittadini dalle istituzioni». Ma la stampa estera? Non la pensa allo stesso modo... «La stampa estera sta cercando di indebolire l'immagine del Paese. La Spagna è il paese che ha il più alto numero di disoccupati in Europa, vive drammaticamente la crisi e cosa fa El Pais? Si occupa del gossip italiano. In questo modo cercano di distogliere l'attenzione dai problemi interni al loro Paese. Non è un caso che gli attacchi a Berlusconi vengono da un giornale che è vicino a Zapatero». Vuol dire che c'è una sorta di complotto per indebolire Berlusconi a livello internazionale? «Il ruolo svolto da Berlusconi nello scenario europeo è forte. L'Italia non ha mai avuto tanta autorevolezza. Questo può dare fastidio».

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