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Libano, dal nuovo premier Hariri prime manovre per l'Esecutivo

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«Saràun governo omogeneo e di consenso, in linea con i principi costituzionali», ha detto Hariri, trentanovenne leader della maggioranza parlamentare, poco dopo aver ricevuto l'incarico formale dal presidente Michel Suleiman. «In questa missione - ha aggiunto Hariri - tendo le mani ai nostri partner nel Paese, assicurando che ascolteremo le loro voci e terremo conto dei loro interessi». Il riferimento è all'opposizione, guidata dal movimento sciita filo-iraniano Hezbollah, sostenuta anche dalla Siria ma sconfitta di misura (58 seggi contro 71) nelle recenti consultazioni. Dei 128 deputati ascoltati da Suleiman in due giorni di consultazioni, 86 hanno espresso il loro gradimento al giovane miliardario, figlio ed erede politico dell'ex premier Rafik Hariri, ucciso a Beirut nel 2005. Dei 58 deputati dell'opposizione, solo 15 hanno appoggiato la candidatura di Hariri alla guida del governo, mentre sia Hezbollah che il suo alleato cristiano Michel Aoun hanno preferito astenersi, ponendo chiare condizioni. In un eventuale governo formato da 30 dicasteri (assegnati metà a musulmani sunniti e sciiti e metà a cristiani), l'opposizione chiede di fatto dieci poltrone: quell'ormai celebre «un terzo di garanzia» che, secondo una convenzione mai sancita dalla Costituzione, assicurerebbe a Hezbollah e ai suoi la possibilità di bloccare decisioni poco gradite prese dalla maggioranza.

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