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Berlusconi: "Non cambio Ho il 61% dei consensi"

Il presidente del Consiglio Silvio Berlusconi a L'Aquila

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Silvio Berlusconi parla con serenità ma con un piglio da nuovo battagliero. Esprime per la prima volta in pubblico la sua linea difensiva, dopo settimane di "spazzatura e calunnie" verso la sua persona. "Io sono fatto così e non cambio. Se mi vogliono, sono così". Incalzato dai giornalisti desiderosi di avere altri commenti, altre curiosità, altri dettagli sull'inchiesta di Bari, il premier replica in modo quasi serafico: «Io sono fatto così e non cambio. E gli italiani mi vogliono: ho il 61%. Mi vogliono perché sentono che sono buono, generoso, sincero, leale, che mantengo le promesse». Berlusconi sembra rispondere così ai tanti consigli arrivati, alle strategie illustrate, alle ipotesi messe in campo per arginare le tante polemiche sulla sua vita privata. Senza dimenticare la polemica parallela riguardante i controlli per così dire "non efficienti" sulla figura del presidente del Consiglio. Basti ricordare le fotografie scatatte a Villa Certosa o le ragazze entrate a Palazzo Grazioli armate di registratori e macchine fotografiche. Berlusconi sgombra il terreno da ogni dubbio e spiega di non avere nessuna intenzione di cambiare la sua vita, le sue abitudini, il suo modo di essere "mattatore" tra la gente. E quindi «nessun controllo in più» e nessun pentimento per quanto fatto. Mette anche in chiaro di non temere che la campagna di «menzogne e bugie» possa rovinare il G8 in Abruzzo, dove arriveranno i grandi della terra «senza defezioni»: Obama, Medvedev, Sarkozy, Merkel. Tutti confermati. E con tanto di agenda già fissata. La giornata abruzzese comincia con la partecipazione all'assemblea di Farmindustria, quest'anno organizzata al polo universitario aquilano proprio per richiamare l'attenzione sull'emergenza terremoto. Nel grande tendone allestito alle spalle dell'università, ci sono il presidente di Confindustria Emma Marcegaglia e quello di Farmindustria Sergio Dompè. Ci sono anche il viceministro alla Salute Ferruccio Fazio, il leader della Cisl Raffaele Bonanni, elogiato pubblicamente dal premier («È una fortuna avere un interlocutore di buon senso dall'altra parte del tavolo») e tutte le istituzioni locali a cominciare dal governatore Gianni Chiodi. Finisce l'incontro dei "farmacisti" e il capo del governo fa una breve visita al cantiere di Bazzano. Si ferma a parlare con gli operai, scherza con loro: «E le donnine dove sono? Non le vedo, vorrà dire che la prossima volta ve le porto io». Si informa sull'andamento dei lavori per il summit internazionale. E prima di salutarli, li esorta a stare attenti sulla sicurezza: «Mi raccomando dovete essere sempre prudenti». Dopodichè, l'ormai rituale briefing tecnico al secondo piano della caserma delle Fiamme Gialle a Coppito con il capo della Protezione civile Guido Bertolaso, e Gianni Chiodi. C'è la ricostruzione avviata delle unità abitative, c'è il G8 ormai alle porte e per il quale i lavori vanno avanti senza sosta. Ed è da qui che il Cavaliere comincia la conferenza stampa, dando i numeri della situazione G8, le novità sulle tendopoli e le misure estive per gli assistiti. Secondo gli ultimi dati gli sfollati sono scesi. Nelle tende sono arrivati a 23.373. Ma è sul Bari-gate, sul gossip che rimalza direttamente dalla Puglia, sulle ultime dichiarazioni della "escort" Patrizia D'Addario, che i cronisti tentano di pungolare il premier. Ma lui non si scompone. Contromosse? Repliche? Querele? Maggiori controlli? Niente di tutto questo. «La vita è così bella. Ad uno può succedere di metter giù in piede da un marciapiede ed avere una motoretta che glielo schiaccia. Molto meglio vivere la vita normale come viene. E d'altronde io alla mia età non cambio». C'è un orgoglio nuovo, nelle parole del Cavaliere, il tono fatalista di uno che abbia deciso davvero, quanto più l'asticella si alza, di saltare l'ostacolo. Il presidente del Consiglio è sicuro che avrà la meglio così come è sicuro che gli italiani di tutta questa storia non ne possono più. «Io non ho mai immaginato di chiedere a un mio ospite di privarsi del suo telefonino e tutto ciò che avviene in mia presenza non può essere men che morale, men che normale», aggiunge davanti ai giornalisti. Comunque, nessuna controquerela al Gruppo L'Espresso («Querelare? Io di solito non lo faccio. Vedremo...») e una presa di distanza dal Giornale che rilancia sul «clan D'Alema» l'accusa di frequentare "escort", attraverso un'inchiesta del '99: «Mi tengo lontanissimo da queste cose. Da editore ho stracciato molte foto e molti articoli». Alla fine l'affondo: «Una promessa fatta? - va avanti Berlusconi con esplicito riferimento al caso D'Addario -. Ma veramente potete pensare che io mi metta a fare una pratica edilizia per qualcuno in un comune rosso, in una provincia rossa, in una regione rossa? Dovrei essere uscito di testa. Ma tanto le menzogne prima o poi vengono fuori». Della serie, a buon intenditor...

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