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L'ultima dell'"Espresso": quereliamo il premier

I media del Gruppo L'Espresso

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"Non tengono vergogna". Con tre parole Silvio Berlusconi prova a mettere tra parentesi la grana di giornata: una denuncia del Gruppo editoriale l'Espresso per le sue affermazioni a Santa Margherita Ligure, quando durante l'assemblea dei giovani di Confindustria parlò di un attacco eversivo nei suoi confronti ed invitò gli industriali ad interrompere gli investimenti pubblicitari su certa stampa. A corto di nuovi argomenti con i quali attaccare Berlusconi il gruppo dell'Espresso tenta così la carta della querela. Ed è pronta anche a chiedere un bel gruzzolo di soldi, visto che, come spiega il comunicato, il gruppo editoriale si prepara ad «avviare tutte le azioni a tutela della società, vista la rilevanza sia penale che civile individuabile nelle dichiarazioni» del Presidente del Consiglio. «Non posso che ribadire quello che ho detto — ha risposto a sua volta Berlusconi — È masochista chi dà pubblicità a media i quali, a furia di parlare di crisi, diventano essi stessi fattori di crisi. L'ho detto e lo ribadisco perché è vero». Per il resto, non si concede ad altre domande Berlusconi, in quella che era annunciata come una conferenza stampa a Palazzo Chigi per la presentazione del logo «Magic Italy» — insieme al ministro del Turismo Michela Brambilla — e si trasforma invece, nelle parole del presidente del Consiglio, in una «situazione di lavoro» per presentare le molte iniziative sulla promozione del turismo in Italia, anche in vista del G8 in Abruzzo. Berlusconi si presenta come «uomo del fare» e passa un'ora e mezzo buone a spiegare iniziative per rilanciare il turismo, ad illustrare video preparati per il G8, prendere appunti, anticipare progetti, descrivere nel dettaglio cosa si è fatto e cosa si farà per risollevare l'Abruzzo colpito dal terremoto. Si sente impegnato, spiega, a «porre rimedio» ai danni d'immagine causati all'Italia: quelli legati alla emergenza rifiuti risolta a Napoli, ma ancor più quelli connessi «a certe campagne, delle ultime settimane, di odio e di invidia personale, che certo non fanno bene al Paese». È questo l'unico accenno esplicito all'inchiesta barese e alle notizie che riempiono le prime pagine dei giornali. Per il resto, Berlusconi — anche se c'è chi racconta che a Palazzo Chigi ci si aspetta l'apertura di nuovi filoni — prova a sdrammatizzare e fa autoironia. «Avete telefonini in sala? Usateli pure nel modo più ampio possibile. Perché tutte le cose che avvengono in mia presenza si possono filmare, registrare e fotografare...», dice alla presenza del Governatore dell'Abruzzo Gianni Chiodi, degli ad di Alitalia e Trenitalia, Rocco Sabelli e Mauro Moretti, e di una schiera di imprenditori. E ancora. «Avete problemi di audio? Sapeste quanti ne ho io con altre cose, in questi giorni...». Il premier promette che «sulla promozione del turismo in Italia cambierà musica, dopo la sciagurata riforma della Costituzione della sinistra che la affidò alle Regioni, che la gestirono in modo ridicolo». Un accenno alle punture di cortisone per il fastidioso torcicollo che ieri mattina lo ha costretto a disertare l'appuntamento annuale con Confcommercio a Roma: «Meno male che il cortisone c'è...», scherza il Cavaliere parafrasando lo slogan del suo inno. Poi, a riprova che la vicenda delle feste a palazzo Grazioli per lui sono ormai un capitolo chiuso, prova anche a scherzarci sopra: «Volevo fare io il testimonial negli spot della campagna "Magic Italy" — dice — ma poi, siccome sono proprio bello, avrei avuto schiere di signore che avrebbero voluto incontrarmi. Lo farò quando sarò all'opposizione». Infine, il premier fa un'anticipazione: «Con il ministro Tremonti — annuncia — siamo al lavoro su una serie di misure contenute nel decreto legge che arriverà venerdì al Cdm. Ci saranno cose che faranno molto piacere a chi lavora, come la detassazione degli utili che si reinvestono per l'impresa. Una specie di "Tremonti ter"».

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