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Indagini sul ministro Fitto Rilievi degli ispettori ai pm

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Gliispettori del ministero hanno consegnato il loro rapporto in cui - a quanto ha appreso l'Ansa- sarebbe stata appurata una ritardata iscrizione nel registro degli indagati dell'attuale ministro per gli Affari Regionali. Spetterà ora al Guardasigilli decidere se avviare o meno l'azione disciplinare nei confronti dei magistrati. Si tratta dei pm Roberto Rossi, Lorenzo Nicastro e Renato Nitti che hanno coordinato le inchieste «Cedis» e «La Florita». Per la prima Fitto è già stato rinviato a giudizio per concorso in turbativa d'asta e interesse privato del curatore nella procedura di amministrazione straordinaria della catena di supermarket Cedis; per l'altra indagine, pende dinanzi al gup di Bari una richiesta di rinvio a giudizio (per associazione per delinquere, concorso in corruzione, illecito finanziamento ai partiti, falso e peculato). Con il ministro una settantina di altri imputati, tra cui l'editore ed imprenditore romano Gianpaolo Angelucci. Gli ispettori del ministro Alfano erano arrivati in procura a Bari lo scorso marzo, suscitando le reazioni di protesta dell'Associazione nazionale magistrati, dopo l'invio da parte di Fitto di un esposto al Csm e al Guardasigilli. In quell'atto il ministro per gli Affari Regionali lamentava, tra l'altro, la sua «ritardata iscrizione nel registro degli indagati» e la «illegittimità » della richiesta di autorizzazione a intercettazioni telefoniche. Non solo: Fitto si doleva anche della partecipazione al «Vaffa Day» di Grillo da parte del Roberto Rossi, uno dei pm che aveva indagato su di lui, e denunciava un «metodo persecutorio» di indagine da parte dei magistrati della procura di Bari, segnalando una «ripetuta fuga di notizie».

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