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Freccero: «L'interattività sarà la vera innovazione»

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Almeno,non ora. Il digitale inizia a muovere ora i suoi primi passi nel mondo fuori. Per un bel po' le tv generaliste, come anzitutto Rai1, Rai2 e Rai3, la faranno da padrone. Attenzione però: la rivoluzione, quella vera, è dietro l'angolo. All'insegna di una parola d'ordine: interattività. Quella che, un domani, cambierà tutto». Parla così Carlo Freccero, presidente di RaiSat, direttore di Rai4 e tra i massimi esperti di mass media, comunicazione e tv. Un parere tanto più importante il suo oggi, quando siamo a «meno dieci» dal fatidico inizio, anche nel Lazio. Il cambiamento, piaccia o no, inizia davvero: all'insegna di quell'interattività richiamata da Freccero, che subito evoca termini come globalizzazione, condivisione, moltiplicazione delle connessioni. Quello sharing tipico della rete, dei cellulari d'ultima generazione, di Internet e dei social network. «Il cambiamento che il Digitale Terrestre sta per determinare non sarà certo rivoluzionario oggi», spiega Freccero. «Al momento è solo un passaggio, uno step. Ma decisivo. Ogni canale analogico viene moltiplicato per cinque o per sei. Il punto davvero determinante sta nell'interazione: un'integrazione ora possibile - e mai vista prima - tra mezzi di comunicazione diversi, come la televisione da un lato e, ad esempio, computer e cellulare dall'altro. Si tratta di un'interazione tra grande e piccolo, tra universale e individuale. Qui, per la prima volta, lo spettatore cessa definitivamente di essere passivo e, a pieno titolo, può diventare egli per primo produttore di contenuti». Uno scenario, di moltiplicazione dell'interattività, che evoca l'immagine di una piattaforma digitale sempre più ricca ed ampia per il fluire in essa di percorsi comunicativi ed espressivi diversi, numerosi e ora intrecciati fra loro. Qui può farsi ricchezza anche il singolo individuo, in quanto sappia inserirsi nella piattaforma, «buttarsi» nel flusso delle connessioni e diventare, come dice Freccero, non più solo «semplice spettatore», ma «egli per primo produttore di contenuti». Questo è dunque il futuro, la vera rivoluzione che il Digitale Terrestre porterà? «Senza dubbio», dice Freccero. «È chiaro che, per la persona abituata a guardare soltanto le tre Reti Rai e Mediaset, non cambierà proprio nulla. Quelli guardava, quelli continuerà a guardare. Le reti generaliste faranno da traino ancora per un po'». Ma la posta in gioco resta alta. «Ogni mutamento tecnologico comporta cambiamenti. Quello che la moltiplicazione dell'offerta digitale produrrà sarà, appunto, l'interattività». L'incognita, al momento, sembra data dai non pochi problemi tecnici riscontrati finora: «La cosa non riguarda me direttamente e, se fosse, sarebbe drammatico». A moltiplicarsi sarà anche la platea della Rai4 di Freccero: «È appena. Ha un'identità più italiana che americana: prende molto materiale dagli States, dai suoi film cult. Presto ci confronteremo con nuove forme di espressione». Fino all'arrivo di Rai5: «Di questo ancora non posso parlare. Dovrà prima pronunciarsi il CdA».

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