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Trionfa la Lega: sfiora il 10 per cento

Umberto Bossi

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«La Lega è un movimento popolare. Il popolo vota quando sente gli argomenti e l'Europa non è un argomento che attira molto. Poi ho fatto anche un ragionamento molto semplice: quando il popolo non sente le cose e l'Europa non la sente, c'è il rischio che non corra in massa a votare. E in ogni caso i risultati della Lega sono sempre stati migliori alle politiche rispetto alle europee». Umberto Bossi ieri pomeriggio era estrememente scaramantico. Temeva che la bassa affluenza alle urne avrebbe penalizzato il suo partito e invece la Lega, non solo ha confermato il dato delle elezioni politiche dell'anno scorso che le ha consegnato l'8,3% dei voti alla Camera e l'8,06% al Senato, ma, sempre stando ai dati parziali pubblicati dal Viminale, dovrebbe addirittura avvicinarsi al 10% delle preferenze. E il sogno di Bossi, di vedere attribuita al proprio partito una percentuale a due cifre, si potrebbe realizzare. Ma la vera partita la Lega la sta giocando al Nord dove punta a superare i consensi attribuiti dall'elettorato al Pdl. E se il sorpasso dovesse avvenire questo non solo sarebbe funzionale per galvanizzare i propri supporter ma anche per gettare delle ottime basi per pretendere la presidenza di almeno una delle tre regioni del Nord. E proprio su questo fronte, negli ultimi giorni di campagna elettorale, c'è stato un continuo rimpallo di dichiarazioni tra il leader del Pdl, Silvio Berlusconi e alcuni esponenti della Lega. Domenica scorsa il premier partecipando ad una puntata di Porta a Porta aveva annunciato: «Per il futuro abbiamo già in mente delle cariche importanti da attribuire alla Lega nelle regioni del Nord, come la presidenza della regione Veneto». Salvo rettificare poco dopo spiegando che il futuro governatore verrà indicato dal «partito che otterrà il miglior risultato». Una dichiarazione che ha indispettito Giancarlo Galan, presidente della regione Veneto e grande amico di Berlusconi (talmente intimi che il premier ha scelto di fargli da testimone di nozze): «Silvio conosce i sondaggi e sa quale sarà il risultato per il Pdl in Veneto». Insomma, una specie di bluff, una finta apertura, con il successo già in tasca. Di certo però è proprio al Veneto che la Lega guarda e in base alle prime proiezioni del Viminale sembra che ci sia un vero testa a testa con il Pdl. Un dato ipotizzabile già prima del voto valutando le preferenze date al Carroccio alle Politiche 2008. Infatti, proprio in Veneto, il partito del Senatùr avrebbe raccolto i migliori successi: nella prima delle due circoscrizioni elettorali per il voto alla Camera (province di Verona, Vicenza, Padova e Rovigo) la Lega si è conquistata, con il 28,2% dei consensi, superando sia il 27,1% del Pdl che il 25,6% del Pd. Nella seconda circoscrizione (province di Belluno, Venezia e Treviso) invece la percentuale era leggermente inferiore a quella del Pdl: 25,4% contro il 27,8 del partito del premier. Una circoscrizione questa che comunque ha premiato il Pd assegnandogli la medaglia del partito più votato con il 27,9% dei consensi. Di tutt'altra entità le percentuali nelle altre due regioni del Nord. In tutte e tre le circoscrizioni della Lombardia il Pdl è risultato vincente rispetto al Carroccio: 35,9% a 16,1% nella prima (province di Milano, Monza e Brianza), 31,3% a 27,8% nella seconda (province di Bergamo, Brescia, Como, Sondrio, Varese e Lecco) e 33,7% a 18,3% nella terza (province di Pavia, Lodi, Cremona e Mantova). Forbice che si allarga ancora di più se si analizzano i dati relativi alle due circoscrizioni del Piemonte: nella prima (provincia di Torino) il Pdl ha ottemuto il 32,5% dei consensi rispetto all'8,7% della Lega e nella seconda (province di Cuneo, Alessandria, Asti, Novara, Vercelli, Biella e Verbano-Cusio-Ossola) la il partito unico del centrodestra ha ottenuto il 36,4% delle preferenze contro il 16,7 del partito del Sole delle Alpi. E se il testa a testa tra Lega e Pdl in Veneto vedesse vincere proprio il partito del Nord sembra inevitabile il cambio della guardia alla guida della regione. Dopo quindici anni Galan dovrebbe così salutare palazzo Ferro Fini sede del Consiglio Regionale per lasciarlo al Carroccio. E il toto candidati è già iniziato. Spetterà al sindaco di Treviso, Giampaolo Gobbo, a quello di Verona, Flavio Tosi, o al ministro dell'Agricoltura Luca Zaia?

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