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Rifiuti a Napoli, ciclone di arresti

Cassonetti e catene a Chiaiano (Napoli)

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{{IMG_SX}}Un ciclone giudiziario sui rifiuti ha svelato l'ennesimo caso di corruzione e malaffare in Campania. Quindici persone sono finite ieri agli arresti domiciliari, con l'accusa di falsità ideologica in atto pubblico, per presunte irregolarità nei collaudi di cinque impianti cdr campani, compiute in un arco di tempo che va dal 2002 ai primi mesi del 2006. Ma non è solo la politica a essere marcia: l'operazione condotta da Guardia di Finanzia e Dia, nell'ambito dell'indagine dei pm Noviello, Sirleo e Milita sulla gestione dei rifiuti a Napoli durante la gestione commissariale, ha portato alla luce i guasti di un'intera società. Universitari, professionisti, tecnici e funzionari della Regione: nel calderone del business dei rifiuti campani c'è il ritratto di una realtà corrotta di cui la politica è solo una piccola parte. Perché nel gioco dei facili guadagni e dei favori partitici ci sono finiti un po' tutti. Tra gli arrestati spicca il presidente della provincia di Benevento, Aniello Cimitile, del Pd, ex rettore dell'Università del Sannio. Ma ci sono anche anche i docenti universitari Oreste Greco, Vincenzo Naso, Rita Mastrullo e Filippo De Rossi, il direttore del termovalorizzatore di Acerra (ma l'impianto non è coinvolto in questa vicenda) Vittorio Vacca, il funzionario regionale Claudio De Biasio (già coinvolto in un'inchiesta per irregolarità nello smaltimento rifiuti e designato come «attuatore vicario» per l'organizzazione del prossimo G8 alla Maddalena, compito che aveva rifiutato), Luigi Travaglione, dipendente dell'ufficio tecnico di Benevento, Giuseppe Sica, Vittorio Colavita, Alfredo Nappo, Vitale Cardamone, Mario Cini e Francesco Scalingia. Secondo gli inquirenti, gli arrestati avevano sostenuto l'idoneità degli impianti quando questi erano già sotto sequestro e falsamente attestato la conformità del prodotto del cdr alle specifiche del contratto. Così il gip Aldo Esposito ha motivato le ordinanze di custodia: «I membri delle commissioni di collaudo erano designati dal Commissariato di Governo con criteri rispondenti a logiche meramente clientelari legate a rapporti personali e in un caso frutto di accordo corruttivo». Un episodio ritenuto «illuminante» dalle toghe partenopee è contenuto in un'intercettazione telefonica dell'ottobre 2005. «Come ho avuto l'incarico? Io faccio parte di un partito. E chiaramente non faccio il nome del partito perché non è il caso», racconta Alfredo Nappo, collaudatore del cdr di Caivano, a un amico che gli chiede i motivi per i quali fosse stato convocato dagli investigatori della Dia. In alcune commissioni di collaudo addirittura «figurano soggetti non iscritti all'apposito albo — spiega sempre il gip — privi di adeguati titoli: in alcuni casi si rinveniva la presenza di un avvocato, ovvero di soggetto munito di diploma di scuola media inferiore», come Giulio Facchi, collaudatore dell'impianto di Santa Maria Capua Vetere ed ex sub commissario all'emergenza. I direttori dei lavori, Mario Gily e Giuseppe Vacca, avrebbero invece consentito, con una serie di note dal contenuto ritenuto falso, l'installazione di macchinari diversi dal progetto, stilando poi relazioni finali dei lavori di costruzione degli impianti di cdr nelle quali si tacevano le modifiche e le criticità funzionali emerse durante la lavorazione dei rifiuti. I collaudi falsati hanno determinato la produzione di rifiuti da smaltire non a norma. Per il giudice «tutto appare più grave ad una lettura ex post della cosiddetta emergenza rifiuti in Campania in quanto la verifica dell'effettivo buon funzionamento degli impianti avrebbe scongiurato l'entrata a regime di un sistema di smaltimento di rifiuti frutto di una colossale truffa che contribuiva ad aggravare la pesante situazione emergenziale». Nei cdr, fino a circa un anno fa, sono stati prodotti diversi milioni di ecoballe non a norma che restano stoccate in Campania, e per le quali ancora non si è trovata una soluzione di smaltimento, poiché non possono essere bruciate nei termovalorizzatori di ultima generazione.

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