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«Non votiamo le Province è il primo passo per abolirle»

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L'urlorimbomba a Roma, a piazza Montecitorio, in una mattinata di pioggia romana. Un gruppo di cittadini napoletani si incatenano. Sui loro volti il segno dell'insofferenza, nei confronti di un sistema che ha fatto delle Province la massima espressione dello spreco dei soldi pubblici. Per questo la loro proposta è «il non voto: il modo migliore per iniziare ad abolire le Province», dicono con i loro cartelli tra le mani. «Vogliamo far capire agli italiani che non andare a votare per eleggere presidente e consiglio provinciale è il modo migliore per lottare contro tutti questi sprechi che dobbiamo sopportare», spiega l'avvocato Vincenzo D'Antò, capofila della protesta. «Molti politici durante le ultime elezioni politiche hanno promesso l'abolizione delle Province, ma noi stiamo ancora aspettando. Il nostro non voto equivale a un referendum abrogativo». A piazza Montecitorio la protesta va avanti. «Devono capire che non siamo un popolo bue», dice uno dei ragazzi incatenati. «Il nostro - spiega - sarà un nuovo modo di protestare. Se non ci stanno a sentire con le normali richieste, allora quando vedranno che nessuno si presenterà alle urne si renderanno conto che le Province vanno abolite».

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