Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Brunetta: "Dietro le scrivanie poliziotti-panzoni"

default_image

  • a
  • a
  • a

Una frase che provoca reazioni indignate degli agenti, con i quali poi il ministro si scusa. Ma quello di Brunetta è un affondo a tutto campo: attacca gli impiegati pubblici, che dovrebbero «lavorare tutta la giornata» e «presentarsi in ufficio rigorosamente in giacca e cravatta, anche il venerdì», perché «quando si ha a che fare con il pubblico si hanno doveri maggiori rispetto al privato». Poi annuncia che secondo lui il ministero delle Finanze andrebbe spostato a Milano. Infine propone di sciogliere l'Antimafia: «La mafia — spiega — è una forma di criminalità che deve essere perseguita come tutte le altre» altrimenti si rischia di farne «un'ideologia che, come tale, produce professionisti dell'antimafia». È però l'affondo sui poliziotti-panzoni quello che scatena le polemiche più dure. «Come non posso concordare sul fatto che bisogna mandare i poliziotti per le strade a garantire la sicurezza?» premette il ministro, che poi aggiunge: «Certamente non è così facile dire "dalla scrivania alla strada"; non si può mandare in strada il poliziotto panzone che non ha fatto altro che il passacarte, perché lì se li mangiano». Qualche ora dopo arrivano le scuse di renato Brunetta. «Non volevo offendere nessuno, la mia era solo una constatazione scherzosa» dice. E però poi ribadisce il concetto: «Chi per tanti anni ha fatto il burocrate dietro una scrivania, è difficile faccia il poliziotto alla Starsky e Hutch per la strada». Insomma, «non dovevo dire panzoni, ma dicendo panzoni tutti mi hanno capito, tranne gli ipocriti». Immediata la reazione dei sindacati di polizia. «La misura è colma — afferma il Siulp — qualcuno arresti Brunetta prima che sia troppo tardi». Scende in campo anche il Silp-Cgil, er il quale quelle del ministro «o sono parole in libertà, oppure si vuole aprire una questione istituzionale con la polizia». Di parole «infondate e gravi» parlano i funzionari di polizia dell'Anfp e il Siap che sottolineano come gli «editti populistici mal si adattano ad un ministro della Repubblica». Critiche anche dai sindacati vicini al centrodestra: il Sap accetta le scuse del ministro, ma aggiunge: «Poliziotti e carabinieri italiani non sono né panzoni né passacarte ma svolgono indagini», mentre l'Ugl sottolinea che «va evitata ogni forma di denigrazione delle forze di polizia». Contro il titolare della Funzione Pubblica si schiera anche l'opposizione, con il Pd che parla di battute «offensive». «I poliziotti, dopo aver sopportato i tagli che il governo ha operato nei confronti delle forze di polizia — dice Marco Minniti — devono sopportare anche il ministro Brunetta, che invece di ringraziarli li sbeffeggia». «Brunetta ha perso l'occasione per tacere», sottolinea il presidente dei deputati dell'Udc Gianpiero D'Alia riferendosi anche alla proposta di scioglimento dell'Antimafia. A sdrammatizzare ci pensa Fiorello: «Messi? - ironizza lo showman parlando del fuoriclasse del Barcellona campione d'Europa - Messi è Brunetta, è come se ieri avesse segnato Brunetta», anche se in questo caso i «fannulloni sono quelli della difesa del Manchester».

Dai blog