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La sinistra ci riprova con la delegittimazione

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Mal'arma decisiva che i nemici di Berlusconi attendono è la sentenza della Corte costituzionale che dichiari illegittimo il Lodo Alfano e, dunque, processabile il premier. L'attacco concentrico prevede anche, come corollario, non sappiamo se più comica o patetica, la presentazione di un'interpellanza del Pd con la quale si chiede al presidente del Consiglio di rispondere sostanzialmente ai quesiti ormai famosi formulati da Repubblica sulla sua partecipazione al compleanno della giovane Noemi. Tutto questo vogliamo chiamarlo intimidazione? Forse è poco. Tentare di delegittimare, per tali vie, un presidente del Consiglio che ha ottenuto una schiacciante maggioranza in una libera competizione democratica e che gode di grande favore popolare, da un lato rivela la povertà dei suoi oppositori che sanno trovare un'idea politica attorno alla quale costruire il consenso; dall'altro è il segno dell'imbarbarimento istituzionale finalizzato a presentare Berlusconi «azzoppato» agli occhi dell'opinione pubblica internazionale ed in particolare dinanzi all'imminente G8. Non è così che ci si comporta in una democrazia nella quale maggioranza ed opposizione dovrebbero giocare «pulito». È purtroppo così, invece, che si fa in Italia dove le regole da tempo sono saltate e certamente aspetteremo ancora a lungo le nuove, posto che del clima costituente più volte invocato non si vede neppure l'ombra. Berlusconi, dal canto suo, reagisce come può, ma potrebbe fare di più. Per esempio, invece di seminare scompiglio nelle sue (oltre che in quelle avversarie) file parlamentari definendo «pletoriche» le massime istituzioni rappresentative, dovrebbe chiamare a raccolta deputati e senatori, farli sentire partecipi di una battaglia in favore della legittimità democratica, ergersi con loro a difensore di quel Parlamento la cui maggioranza gli ha garantito di procedere speditamente nell'approvazione di provvedimenti cruciali. Di più: dovrebbe mobilitare il Pdl, sempre che esista realmente e non sia soltanto un comitato elettorale, facendone uno strumento di persuasione e proposta politica. Sarebbe la prova dell'esistenza in vita di un soggetto che dai trionfi di marzo non ha più fatto parlare di sé tranne che in occasione della compilazione delle liste per le europee. Insomma, se Berlusconi, come si dice, è «angosciato» per l'effetto spazzatura che soprattutto la sinistra mediatica sta creando, il solo atteggiamento che può assumere è quello di prevenire con la politica un nuovo 1994. Se la via giudiziaria (in associazione con quella scandalistica) dovesse fare breccia nuovamente a Palazzo Chigi, l'Italia tutta intera, questa volta, sarebbe travolta da una tormenta che nessuno riuscirebbe a fronteggiare. Lo sappiano i populisti alla Di Pietro ed i suoi cani da guardia del Pd. Gennaro Malgieri

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