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Minzolini va al Tg1 e Mazza prende RaiUno

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Via libera. Il consiglio di amministrazione della Rai ha trovato la quadratura del cerchio: Augusto Minzolini, editorialista politico del quotidiano La Stampa, è stato nominato direttore del Tg1 e Mauro Mazza, attuale direttore del Tg2, guiderà la rete ammiraglia della televisione pubblica. La notizia della promozione dei due giornalisti era data per certa già da parecchi giorni, anche se l'ufficialità è arrivata solo ieri. Da una parte Minzolini aveva visto lievitare le proprie quotazioni già attorno alla metà di aprile, ovvero da quando le chance di Maurizio Belpietro, a causa della perplessità di alcuni componenti del Cda, si erano assottigliate. Dall'altra c'è Mazza che, fin da settembre dell'anno scorso quando si è iniziato a parlare di nuove nomine Rai, aveva espresso la volontà di lasciare la direzione del Tg2 per ambire ad un incarico più prestigioso. La riunione del Cda di ieri ha provveduto anche alla nomina dei quattro vicedirettori generali che affiancheranno il direttore Mauro Masi. Si tratta di Antonio Marano, Lorenza Lei, Giancarlo Leone, Gianfranco Comanducci, che hanno avuto l'approvazione, come Minzolini e Mazza, del solo voto dei consiglieri di maggioranza: i tre d'opposizione, Nino Rizzo Nervo, Giorgio Van Straten e Rodolfo De Laurentiis, hanno abbandonato i lavori protestando. «Abbiamo deciso di non partecipare alla votazione - tuona Rizzo Nervo - perché il "no" sarebbe stata una reazione troppo debole per la gravità della questione». Van Straten è ancora più esplicito: «Prendiamo atto che i sei nomi proposti coincidono perfettamente con quelli pubblicati sui giornali dopo il vertice a Palazzo Grazioli». Duro anche il commento del consigliere in quota Udc De Laurentis: «È evidente che chi oggi vota per un quadro di nomine già stabilito un mese e mezzo fa fuori dall'azienda, sancisce la fine dell'autonomia del Cda». «Oui mais». «Sì, ma...». Con queste parole Paolo Garimberti, presidente della Rai proposto a suo tempo dall'opposizione, ha commentato la scelta di votare favorevolemente le nomine. Una fiducia «condizionata» perché ora «il direttore generale Masi deve impegnarsi a presentare in tempi brevissimi un piano coerente con questo primo passo su cui ha avuto il voto favorevole del Consiglio». In merito poi alle scelte per le direzioni di Raiuno e del Tg1, Garimberti, continua: «Le ritenevo delle urgenze e ho votato coerentemente con questa convinzione» e «mi spiace che si sia consumata una frattura nel Cda dovuta all'abbandono della riunione da parte di tre consiglieri». Chi invece continua nella sua battaglia di protesta è l'Italia dei Valori che, con Massimo Donadi, torna ad attaccare: «Siamo alla fascistizzazione mediatica del Paese. Le nomine imposte manu militari dal centrodestra sono un altro passo verso il regime. Contestiamo fortemente il metodo e rilanciamo la necessità di una battaglia per la libertà d'informazione. Per questo saremo in piazza il 5 giugno per l'Information Day». Dalla maggioranza arrivano invece parole di apprezzamento alle nomine. Maurizio Lupi, componente della commissione di Vigilanza Rai, commenta: «Mazza e Minzolini sono quanto di meglio il giornalismo italiano abbia prodotto in questi anni. È buffo che il centrosinistra si scandalizzi e parli di occupazione di viale Mazzini. Da quanto mi risulta infatti i giornalisti Rai hanno una certa abitudine a candidarsi nelle loro liste». Parole di indifferenza arrivano invece dalla Lega che con Roberto Calderoli sostiene: «Ho smesso di seguire la Rai da quando non c'è più Antonio Baldassarre».

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