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La rivolta di Ostia: «Pericoli per i bimbi»

Immigrati

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Bivaccano, rubano, importunano le donne. A girare per Ostia è questa l'idea che molti romani hanno degli immigrati che vivono in zona. «I parchi pubblici sono territorio loro – spiega Antonella, 43 anni e due figli piccoli – dormono sulle panchine a tutte le ore, si ubriacano, lasciano bottiglie e vetri ovunque, per non parlare degli escrementi. Il problema è sotto gli occhi di tutti eppure nessuno muove un dito per risolverlo: dal parco di via delle Repubbliche Marinare i bambini sono stati ormai sfrattati da senzatetto e nulla facenti che hanno "occupato" l'intera area verde. Impossibile per noi residenti portare i nostri figli a giocare in mezzo a quel degrado». Sul lungomare Paolo Toscanelli, di fronte all'ex colonia Vittorio Emanuele. Parlare dell'immigrazione clandestina, a Ostia, e di tutti i problemi che questa comporta significa raccontare questo posto, un rifugio e un centro di aggregazione per tanti nord africani, romeni, pakistani. «Non se ne può più – dice sdegnata Simona, 22 anni – Io e la mia amica siamo venute in spiaggia a prendere un po' di sole ma ci stiamo spostando perché due romeni non la smettevano di darci fastidio. Sono sporchi, spesso ubriachi – aggiunge – e fanno apprezzamenti pesanti». Gina, una ragazza romena che sul litorale romano vive e lavora da quasi cinque anni, racconta di vergognarsi sentendo quello che alcuni suoi connazionali fanno: «Mi dispiace – spiega – perché non tutti siamo così ma i delinquenti che vengono qui rovinano la reputazione di noi tutti, anche di chi vive onestamente. Quant'è brutto leggere sui muri "Romeni ladri": io arrossisco solo nel dire da dove vengo». Sì, chiaro: c'è lo straniero buono. Poi c'è quello cattivo. Difficile fare una distinzione, impossibile non cedere alla tentazione di fare di tutta l'erba un fascio: i dati stessi lo confermano. Su un totale di reati commessi sul litorale e nell'entroterra, dall'inizio del 2008 a oggi, il 55% parlano straniero. Luigi e Micaela camminano mano nella mano: «Fanno paura, la sera non si può uscire tranquilli», dice lei. «Io invece sono dell'idea che sono i criminali a dare fastidio, stranieri o italiani che siano», controbatte lui. Come Luigi la pensa Claudio: «Sono favorevole allo scambio – dice – a mio avviso gli immigrati delinquono perché portati allo stremo, esasperati dalla fame e dalle poche opportunità che vengono offerte loro». Così la pensa Cataldo, proprietario del Bar "Arcobaleno": «A me non danno fastidio. Ne vedo tanti, tutti i giorni. Lavorano in spiaggia e vengono qui a prendersi il caffè, a comprare le sigarette e non mi sono mai trovato in situazioni spiacevoli a causa loro». Altro punto critico sul territorio è la stazione del trenino che collega Roma a Ostia, in piazzale della Stazione Lido Centro. «Qui è un inferno – conferma Walter, banconista al bar "Europa" – È un continuo bivaccare dalla mattina alla sera, sempre ubriachi. Mi dispiace generalizzare, certo, ma su dieci otto sono pessimi. Sporcano, rubano e rendono la vita impossibile alle ragazze che vanno e vengono dalla stazione per prendere il treno. Alle 5,30, quando apriamo, le donne che passano qui davanti per andare in stazione non camminano: volano. Le commesse dei negozi vicini hanno paura perfino a riprendersi le macchine parcheggiate la mattina o ad andare nel magazzino dietro l'angolo, in via dei Remi. E poi i furti che hanno fatto: non contiamo più le volte che ci hanno sfondato la vetrata per entrare. I controlli mancano proprio la notte e noi lavoriamo in balia di questa gente». «Io sono qui da appena una settimana – gli fa eco Mariangela, commessa nel negozio affianco al bar – Ogni mattina, al momento di aprire dobbiamo raccogliere bottiglie di vetro, rifiuti ed escrementi. I loro bivacchi è una tassa che dobbiamo pagare tutti i giorni».

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