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Il Presidente, il palazzo e la gente

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Faremmo però un cattivo servizio al lettore, poiché ci resterebbe nella penna un dubbio, un pensiero, un interrogativo. Resterebbe cioè inespresso il timore che quelle parole (che vogliamo accogliere come del tutto slegate dalla competizione politica, pur in costanza di una campagna elettorale in corso) appaiano agli italiani come espressione di un pensiero giusto ma troppo lontano dalla realtà, quasi come se pronunciate senza troppo considerare la distanza enorme (in tutti i sensi) che separa il palazzo del Quirinale dalle strade di città e borghi d'Italia, strade nelle quali la convivenza con gli aspetti più odiosi dell'immigrazione clandestina è tutt'altro che semplice. Il Presidente Napolitano sa benissimo che gli italiani hanno ben fatto il loro dovere di accoglienza in questi anni, indipendentemente dal governo in carica. Oggi però siamo di fronte ad una situazione che rischia di scapparci di mano. Si può facilmente comprenderlo girando per alcuni quartieri o esaminando opere d'arte e di denuncia come Gomorra (tanto il libro quanto il film). Fare finta di nulla sarebbe gravissimo, anche perché i primi a pagare sono sempre i più deboli, poveri o anziani. In materia di immigrazione cambiare si può. E si deve.

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