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Il Pd prova a speculare sul premier ma si divide

Franceschini e Bersani

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Un fatto privato o un ottimo argomento per partire all'attacco del Cavaliere? Il dilemma divide l'opposizione. C'è chi ironizza, ma senza superare il limite. Chi si indigna. Chi resta in silenzio e chi, invece, non si lascia sfuggire l'occasione di polemizzare. «Spiace che l'Italia e la politica si infili in una soap opera - commenta in mattinata Pierluigi Bersani - ma è Berlusconi che ha da sempre contabilizzato in politica i suoi privati. Questo è chiaramente un insuccesso e ora vedremo come il premier con le sue televisioni si comporterà anche se la politica dovrebbe occuparsi di altro». Sorride invece il leader Udc Pier Ferdinando Casini quando ricorda che il Cav ha parlato di un «complotto»: «Credo stia esagerando». L'impressione, però, è che né i centristi né i Democratici vogliano affondare il colpo. E anche Antonio Di Pietro, stavolta, sembra quasi conciliante: «Noi facciamo un'opposizione dura e pura senza se e senza ma, al governo Berlusconi, non gliene faremo passare una, ma la nostra è un'opposizione politica. In questa vicenda privata non c'è solo lui, ma anche altre persone. Noi abbiamo argomenti a iosa per invitare i cittadini italiani a non votare per Berlusconi: sul piano economico, sul piano della democrazia, sul quello istituzionale e del controllo informazione. Su questi temi insisteremo e non sulle vicende private che vanno rispettare, soprattutto per le altre persone coinvolte». Sfumature visto che qualche ora dopo, il capogruppo dell'Idv alla Camera Massimo Donadi attacca prendendo come spunto alcune frasi di Veronica Lario sulle presunte frequentazioni del premier con minorenni: «Queste frasi sono gravi, in un Paese normale avrebbero provocato le dimissioni del premier o quanto meno avrebbero scosso con violenza la pubblica opinione, avrebbero creato un dibattito straordinario nel Paese». Insomma, ciò che sembra prevalere nel campo dell'opposizione è una certa confusione. Ed è la sinistra radicale ad usare i toni più duri. «Non ci è chiaro - attacca Claudio Fava di Sinistra e Libertà - quale sia il concetto di morale corrente in questo Paese: se quello delle autorità che negano a Roma piazza San Giovanni per il Gay Pride o piuttosto quello del capo del governo che flirta con le diciottenni, candida le proprie veline e divorzia in piazza...» «Quella di Berlusconi è pornopolitica» incalza Manuela Palermi del Pdci che per l'occasione si scopre addirittura in sintonia con Avvenire («è l'unica presa di posizione degna»). E Fabio Mussi non è da meno: «Il divorzio di Berlusconi non è un fatto privato. Se il capo del governo viola quelle leggi severissime che proprio il suo partito ha voluto inasprire. È un fatto politico». In serata il clima si surriscalda, ma sono pochi fuchi d'artificio. Il premier, ospite di Porta a Porta attacca la sinistra e i giornali, il capogruppo del Pd al Senato Anna Finocchiaro replica: «La smetta di occupare una trasmissione televisiva per lanciare le sue accuse, la smetta di parlare di complotto della sinistra e si vergogni». Dario Franceschini risponde da Ballarò: «Noi non ci abbiamo infilato la politica, non lo facciano loro con questa sciocchezza del complotto della sinistra. Se Berlusconi insiste vuol dire che è alla frutta». Poi aggiunge: «La vita privata di chi fa politica ed ha un ruolo pubblico deve essere coerente con quello che proclama». Nel frattempo da Pd e Idv si alzano voci sdegnate per la presenza del Cavaliere nel salotto televisivo di Bruno Vespa. Ma in pochi ricordano che lo scorso 27 aprile, su quella stessa poltrona bianca, era seduto il segretario del Pd. Solo. Esattamente come il premier.

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