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Multe pazze, tutta colpa del cervellone che non c'è

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Nel secolo della tecnologia, una banca dati centrale, o meglio la centralizzazione dei dati, significa praticamente tutto. Dalla turnazione del personale, come ad esempio la gestione di una sostituzione in caso di malattia, alla messa in rete delle targhe delle auto rimosse in tempo reale, alla gestione di dati sensibili da parte della Polizia Municipale. Insomma, un grande, unico motore dal quale si sviluppa l'intera organizzazione degli oltre 6500 agenti. E non solo. Dietro il programma di avanzamento tecnologico, al di là dell'utilizzo strategico interno al Corpo, si inseriva anche il progetto più ampio della messa in rete dei dati relativi alle contravvenzioni, e dunque la possibilità di incrociare i dati con altri uffici, come il Comune, la Prefettura, il Giudice di pace. In altre parole, mettere la parola fine alle multe pazze. Un passo fondamentale per centinaia di migliaia di cittadini che si ritrovano periodicamente a dover affrontare il calvario negli uffici Equitalia Gerit (l'ultima "ondata" poco meno di un anno fa con altre 250 mila cartelle pazze inviate). Un sistema che, allo scoccare del primo decennio del terzo millennio dovrebbe essere più che acquisito, anzi persino scontato. E invece siamo ancora fermi a venti anni fa, quando i primi computer non avevano ancora sostituito carta e penna. A confermarlo basta guardare un vigile urbano mentre eleva una sanzione: a dispetto della tecnologia che consentirebbe con un semplice palmare di inviare immediatamente gli estremi della multa alla banca dati, e soprattutto accertare in pochi secondi l'opportunità della sanzione (ad esempio la verifica di un'assicurazione o di un permesso Ztl), lo vediamo aggirarsi tra le auto con penna e blocchetto, come cinquant'anni fa. Non a caso, infatti, nel maxi appalto all'Hp-Telecom per «la fornitura di un sistema di centralizzazione dati della Polizia municipale», era previsto un modulo a parte per il servizio sanzionatorio. Nel particolare, vale la pena citare il capitolato d'appalto che prevedeva appunto la realizzazione di «un sistema centrale dove affluiranno i dati relativi alle infrazioni accertate dagli agenti operanti (con collegamento diretto dell'operatore al sistema centrale nel caso di rilevamento con sistemi remoti come portatili/palmari); il sistema inoltre - si legge nel capitolato d'appalto - permetterà un'ampia fruibilità dei servizi offerti, tramite l'aggiornamento continuo delle sanzioni archiviate, fornendo nel contempo un valido strumento di consultazione per gli agenti e un eccellente mezzo di analisi». Insomma, un'arma micidiale contro multa pazza, rimasta però sulla carta di un appalto in effetti mai concluso.

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