Cerca
Logo
Cerca
Edicola digitale
+

Maroni annuncia: servono 12 miliardi

default_image

  • a
  • a
  • a

AlessioTaralletto «Dodici miliardi di euro: questa è la cifra che si dovrà trovare per ricostruire l'Abruzzo» dopo il terremoto: lo dice Roberto Maroni, intervenuto a «Ballarò». «Questa tragedia ha messo in mostra il volto migliore dell'Italia - ha detto il ministro dell'Interno - L'intervento dello Stato? Pronto e immediato, senza distinzioni». E ha aggiuto: «Non sarà un'altra Irpinia». Mentre si continuano a verificare scosse (l'ultima di magnitudo 4,1 ieri sera alle 22,17), si progetta già nei particolari come ricostruire: «Daremo vita, - ha detto ancora Maroni - come Ministero dell'Interno, a una struttura di controllo specifica per evitare infiltrazioni mafiose nella ricostruzione dell'Abruzzo. E combatteremo la nascita del "partito del terremoto". Su questo fronte - ha aggiunto - debbono essere coinvolte anche le comunità locali, i sindaci in primo luogo, ed è necessario il confronto con l'opposizione in una assunzione di responsabilità condivisa». Per il presidente della Cei, monsignor Angelo Bagnasco: «Assistiamo a un secondo terremoto, quello della gente e della solidarietà». La Conferenza episcopale non si è lasciata trovare impreparata: sono pronti ulteriori due milioni di euro, che andranno a sommarsi ai tre milioni già destinati all'emergenza sisma. I fondi serviranno per la costruzione di un centro di accoglienza per la Diocesi dell'Aquila, nonché per la ricostruzione della sede e degli uffici del Vicariato, completamente distrutti dal sisma. «Domenica prossima promuoveremo una colletta straordinaria in tutta Italia a favore delle popolazioni terremotate dell'Abruzzo», ha aggiunto Bagnasco. E c'è anche il prossimo otto per mille. I fondi sono necessari, ma non sono tutto. Il presidente della Cei ha trascorso la giornata aquilana tra la gente, cominciando dai ricoverati all'ospedale da campo allestito davanti al «San Salvatore», inagibile dal sisma del 6 aprile. Le ultime tappe del giro hanno toccato i luoghi più colpiti. Da Villa Sant'Angelo. «La gente ha voglia di ricominciare a vivere, e questo ha scatenato il meglio dell'Italia», ha detto prima di scendere nella tendopoli allestita ai piedi del paese. Qui si è radunata una parte degli sfollati per ricevere la benedizione. Poi l'abitato di Onna, completamente devastato. Ancora una visita agli sfollati, e un lungo e affettuoso abbraccio con Ludovico Bruno, che nella notte del sisma ha perso tutto e tutti: la moglie, la figlia e la mamma, oltre alla casa. La giornata di ieri si è chiusa con una messa nella grande tendopoli di Piazza d'Armi. Nell'omelia Bagnasco ha invitato i presenti a guardare «non solo all'emergenza immediata ma anche al domani». Ora L'Aquila aspetta Benedetto XVI. «Il Santo Padre ha promesso che farà visita alle popolazioni delle zone terremotate. E non ho dubbi che manterrà la sua promessa», ha rassicurato il presidente della Cei.

Dai blog