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Annozero, la Rai bacchetta Santoro

Vauro e Santoro

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La "telenovela Annozero" continua inesorabilmente. Dopo la puntata di giovedì scorso dedicata al terremoto, dopo gli attacchi bipartisan a Michele Santoro, dopo le polemiche sul limite tra faziosità e libertà di informazione che accompagnano da sempre il conduttore, ieri è arrivato il primo intervento concreto dei vertici di Viale Mazzini: immediato riequilibrio rispetto ai servizi andati in onda dall'Abruzzo la scorsa settimana e sospensione in via cautelativa del vignettista Vauro punito per la sua «condotta gravemente lesiva del sentimento dei defunti» (sotto accusa il disegno dal titolo «Aumento delle cubature» con il protagonista che, davanti ad una fila di bare, specifica: «Dei cimiteri»). La decisione è stata comunicata dal direttore generale Mauro Masi che, al termine di una riunione a cui hanno partecipato anche il presidente Paolo Garimberti, il vice dg Giancarlo Leone, il responsabile Risorse artistiche Lorenza Lei e i rappresentanti dell'ufficio legale, ha inviato una lettera ai diretti interessati. Ma la vicenda è tutt'altro che finita. Per ora Vauro non parteciperà alla trasmissione di stasera in attesa che il 22 aprile il caso venga discusso all'interno del Consiglio di amministrazione (anche la Vigilanza avvierà «un dibattito sulle questioni del pluralismo»). E i consiglieri di opposizione sono pronti a dar battaglia con Nino Rizzo Nervo che paragona Masi a un «grande Inquisitore» accusandolo di «eccesso di potere», mentre Giorgio Van Straten ricorda di aver «invitato inutilmente alla prudenza». Intanto stasera la satira avrà comunque il suo spazio all'interno di Annozero con Sabina Guzzanti. E l'atmosfera, nonostante si tratti puntata riparatrice (in studio ci saranno Niccolò Ghedini, Antonio Di Pietro, il giornalista del Sole24Ore Mariano Maugeri e il Capo della Sala Italia della Protezione Civile Titti Postiglione), si preannuncia piuttosto calda. E, dopo la decisione dei vertici Rai, s'infiamma anche lo scontro politico. Applaude ovviamente il centrodestra, mentre insorge l'opposizione di centrosinistra con il Pd che, come spesso accade, fa registrare qualche voce fuori dal coro. Netto il giudizio del segretario democratico Dario Franceschini: «Quella è una trasmissione che a me non piace molto perché ci sono troppe persone che pensano di avere la verità in tasca sempre e comunque, ma non è che le cose che non piacciono possono essere censurate». Sulla stessa lunghezza d'onda Francesco Rutelli, che pure è una delle vittime preferite della matita di Vauro: «La Rai ha bisogno di pluralismo, non di censure. Sospendere Vauro è assurdo». Ma Marco Follini avverte: «Consiglierei al mio partito, al Pd, di non ergersi a difensore troppo zelante di Santoro e Vauro». Sulle barricate, invece, Antonio Di Pietro che vede il rischio di una «informazione di regime», e sostiene che Santoro non ha «nulla da riparare, ma piuttosto da ribadire». Immediata la replica del sottosegretario Paolo Bonaiuti che rigetta le accuse e parla di «sinistra forcaiola». Mentre Maurizio Gasparri applaude Masi: «Le reazioni di tanti mi fanno solo pensare che finalmente la Rai ha un direttore generale». Intanto Santoro ha inviato una lettera al direttore generale invitandolo a soprassedere sulla sospensione di Vauro («rappresenta una censura che produce una grave ferita nel nostro pubblico e per l'immagine della Rai») e difendendosi dalle accuse: «Sono certo di aver esercitato con i miei collaboratori la professione di giornalista con grande correttezza». Stasera, su Raidue, una nuova puntata della «telenovela».

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