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Una stanza per Silvio: "E ora spot e call center"

Berlusconi abbraccia un parente delle vittime durante funerali svoltisi a Coppito

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{{IMG_SX}} Un ufficio a tutti gli effetti, vicino a quelli di Guido Bertolaso e del generale delle Fiamme gialle Fabrizio Lisi, accanto alla sala riunioni. Sulla porta ci sarà la targa «presidente del Consiglio». Berlusconi l'ha già fatta sistemare: una stanza solo per lui per tutte le volte che sarà in Abruzzo («Se necessario anche tutti i giorni») dove poter lavorare ed essere operativo al meglio sull'emergenza del terremoto. L'intenzione è proprio quella di essere presente il più possibile, di non far sentire sole e abbandonate le oltre 50mila persone rimaste senza casa. Passata la fase dell'emergenza vera e propria, ora l'obiettivo del Capo del governo è far rimanere il meno possibile queste persone nelle tendopoli. Sta lavorando su questo, sta ragionando su diverse possibilità, come si dice in gergo, sta studiando le carte. Così, quando domenica è arrivato nel piazzale della caserma dei finanzieri per partecipare alla messa pasquale, salutando alcuni sfollati, è stata la prima cosa che ha detto loro: «Riusciremo a portarvi fuori dalle tende il più presto possibile». Davanti all'altare domenica mattina c'erano diversi militari: oltre ai finanzieri, carabinieri, poliziotti, uomini della Protezione civile, volontari. In prima fila c'erano il sottosegretario Gianni Letta, il presidente della Regione Gianni Chiodi, il sindaco dell'Aquila Massimo Cialente. Berlusconi è arrivato un po' prima dell'inizio della messa e ha fatto un giro di saluti tra i militari ringraziandoli per il lavoro fatto in questi giorni. Ha stretto mani, abbracciato tutti, portato loro i tanti messaggi di gratitudine: «Ragazzi - ha detto a un gruppo di finanzieri - complimenti di cuore, l'Italia vi è grata». E'  poi durante la riunione tecnica, con Bertolaso e gli altri, che si mettono a punto le prime misure, che si pensa a quella che il premier stesso ha definito più volte, la fase due. C'è un'idea a cui si starebbe pensando. Un'ipotesi ancora tutta da studiare e verificare, ma che potrebbe costituire una valida alternativa per più di qualche senza tetto. Già qualche giorno fa il premier aveva chiesto al capo della Protezione civile di lavorare ad un elenco di tutte le case libere nella provincia aquilana. E il giorno di Pasqua, nel briefing del primo piano, se n'è parlato ancora. Berlusconi ha raccontato della grande solidarietà ricevuta e delle numerose telefonate arrivate a Palazzo Chigi. Molte di queste fatte per dare la disponibilità di appartamenti liberi, in diverse regioni italiane, da utilizzare per ospitare qualcuno dei terremotati. Quella di usare gli appartamenti liberi è un'idea che al premier piace, tanto da aver messo a disposizione anche tre delle sue. Visto che poi c'è anche un'ampia offerta da parte degli italiani, perché non concretizzarla. Ovvio, l'offerta è tanta ma va coordinata, o comunque c'è bisogno di fare un elenco degli appartamenti verificando di volta in volta l'effettiva utilizzazione. Per questo motivo, Berlusconi avrebbe pensato di istituire un call center dove chiamare e dare la propria disponibilità. Un numero verde, lanciato dalla presidenza del Consiglio e coordinato dalla Protezione civile, da pubblicizzare anche con uno spot televisivo. In questo modo si avrebbe il quadro completo, una sorta di risiko degli immobili disponibili, da confrontare con l'elenco delle persone assistite nelle 106 tendopoli verificandone la fattibilità. Certamente, più di qualche partecipante alla riunione spiega che si cercherà di preferire le abitazioni situate in Abruzzo, o comunque in zone vicine. Intanto si lavora al decreto legge ad hoc, varato forse nel Consiglio dei ministri della prossima settimana che, come annunciato dal premier «si svolgerà proprio all'Aquila». Ieri pomeriggio nella caserma di Coppito si è svolta una lunga riunione tra Bertolaso, Chiodi, il senatore abruzzese Filippo Piccone, e altri esponenti della politica locale. Sul tavolo proprio il decreto legge, o meglio, una serie di indicazioni riguardanti il territorio da porre all'attenzione del presidente del Consiglio. Lui, al suo primo giorno di riposo dal terremoto, è rimasto chiuso nella sua villa in Sardegna. Pur costantemente in contatto con l'Abruzzo, dove tornerà molto presto: se non prima, giovedì sarà qui per la riapertura, nelle tende, della scuola elementare di Poggio Picense. Il giorno di Pasqua, durante la visita nella tendopoli a Monticchio, piccolo centro vicino ad Onna, ancora una volta il Cavaliere si è fermato a lungo a parlare con la gente, a ringraziare i tanti volontari ormai definiti dagli assistiti gli «angeli delle tendopoli». Giacca della Protezione civile e tenuta sportiva, Berlusconi ha fatto un giro tra le tende, molte delle quali allestite dalla Lombardia. Era presente anche il sindaco di Milano Letizia Moratti, salutata da Berlusconi con un lungo abbraccio. Tra le tante persone che incontra, il premier si sofferma a parlare a lungo con due anziane signore, un po' intimidite. Chiede loro notizie della casa e della famiglia. «Avete bisogno di una casa nuova? Non preoccupatevi, sarà più bella di quella di prima. Abbiamo dei programmi straordinari». Poi, scherza un po': «Quanti anni avete?». «Ottantadue», risponde una delle due signore. «Allora siete ragazzine! Io ho degli amici di cent'anni... Però, per la prossima volta, dovete farvi belle, dovete andare dal parrucchiere, a spese mie. Anzi, lasciatemi i nomi che vi farò avere come regalo due tailleur scuri che vi faranno sembrare due figurini».

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