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La Procura cerca i colpevoli ancora ignoti

La cupola della chiesa Santa Maria del Suffragio danneggiata all'Aquila

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{{IMG_SX}} La Procura della Repubblica, che ha messo su un pool per le verifiche sugli edifici lesionati o crollati a causa del terremoto, vuole sapere cosa è accaduto. Accanto ai vigili del fuoco, che stanno eseguendo verifiche tecniche per consentire le opere o il recupero di oggetti personali, al lavoro anche i tecnici voluti dalla Procura per accertare eventuali responsabilità. È stato incaricato il pool di esperti per effettuare le verifiche sugli edifici crollati. Pool composto da una dozzina di tecnici tra cui ingegneri, geologi, chimici ed esperti di costruzioni. A questi il procuratore capo Adriano Rossini e il Pm Fabio Picuti hanno affiancato una trentina di investigatori della polizia giudiziaria che si occuperanno di raccogliere tutta la documentazione relativa agli edifici sotto inchiesta. Non solo edifici privati che si sono sbriciolati e sono scomparsi come neve al sole, ma anche tanti edifici pubblici. Basti pensare alla Casa dello studente, ormai simbolo di questo terremoto con le sue giovani vittime. Poi l'ospedale, passato per diverse ditte costruttrici, alcune fallite in corso d'opera. Costi esorbitanti per costruirlo, più che decuplicati dagli iniziali undici miliardi di lire. Lunghi anni di attesa per essere inaugurato già vecchio agli inizi del millennio. Ma l'elenco è lungo, finanche questura, tribunale, Prefettura, provincia hanno subito crolli o forti lesioni. I conti non tornano ed è giusto indagare. Si parla di scuole lesionate, inagibili, scuole, edifici pubblici su cui le amministrazioni di competenza dovrebbero aver fatto controlli severi negli ultimi anni. Ma così non deve essere stato. Gli uomini della Procura ora indagano. Il fascicolo è contro ignoti e al momento, i magistrati non hanno disposto alcun sequestro delle macerie. Ma campioni di macerie sono già all'esame di qualche tecnico. Sicuramente le tecniche di costruzione negli anni Sessanta erano diverse come era ancora diversa la normativa antisismica, ma tornano alla mente le gare con forti ribassi, scorciatoie per risparmiare sui materiali. In questi giorni professionisti che sono riusciti ad accedere nelle zone del centro dell'Aquila dove c'è stato il maggiori numero di crolli, hanno raccontato di aver visto colonne portanti di palazzi realizzati con materiale a norma, ma con misure ben al di sotto di quelle previste dai minimi di legge per garantire la sicurezza e la stabilità degli edifici. Lo stesso procuratore Rossini parla di inchiesta madre, forse servirà anche nel resto d'Italia per porre maggiore attenzione alla situazione edilizia. I tempi dell'inchiesta giudiziaria non saranno necessariamente lunghi. «Ci sentiamo in dovere di dare risposte, soprattutto a tutti coloro che hanno perso i propri cari o hanno subito gravissimi danni dal disastro». Lo ha detto il Procuratore repubblica Alfredo Rossini. Nell'auspicare tempi brevi per la chiusura della fase delle indagini, al termine delle quali si deciderà in merito ad eventuali richieste di rinvio a giudizio, il procuratore non nasconde tuttavia le difficoltà di procedere, data l'enorme mole di costruzioni crollate o lesionate. «Gli edifici da verificare ovviamente sono migliaia - prosegue il procuratore - ma stiamo stabilendo delle priorità, a partire ovviamente da edifici pubblici importanti che sono crollati, per i quali si presumeva il rispetto delle normative antisismiche».

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