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Mussolini cittadino onorario? Firenze vuole cancellarlo

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L'avremmopotuta chiamare la battaglia dei Ghibellini contro Guelfi ma non siamo nel tredicesimo secolo. Oppure quella del fronte dei "rossi" contro quello dei "neri" ma la politica non è più radicata su ideali storici. Quello che è certo è che da un po' di tempo, per la precisione dal 9 marzo scorso, il consiglio comunale di Firenze si è trasformato in un terreno di guerra dove, a suon di "cittadinanze date e cittadinanze tolte", si stanno combattendo delle vere battaglie ideologiche. L'ultimo atto avverrà proprio oggi. All'ordine del giorno dei lavori del Municipio è infatti prevista la trattazione di una proposta di delibera, presentata da Pd e sinistra comunista, che chiede la revoca della cittadinanza onoraria a Benito Mussolini attribuitagli il 19 giugno 1923, all'unanimità, «per aver salvato l'Italia facendola fascista». Ora, ottantasei anni dopo, qualcuno si è reso conto dell'ingombrante nome che la città «culla del rinascimento» annovera tra i suoi cittadini onorari e ha pensato di chiederne la cancellazione. Come mai solo ora, verrebbe da chiedersi. «La proposta di una delibera per revocare la cittadinanza a Mussolini ha un valore simbolico - ha spiegato il consigliere comunale del Pd Ugo Caffaz - È un modo per togliere una macchia dalla storia del Comune di Firenze e ripristinare, anche in questo caso, principi di democrazia e di partecipazione». Qualche mal pensante vede in questo gesto una ripicca dopo che il 30 marzo scorso sempre in consiglio comunale, il Pdl, partito d'opposizione alla giunta del sindaco Leonardo Domenici, ha abbandonato l'Aula in occasione del conferimento della cittadinanza onoraria a Beppino Englaro. E a pensare male qualche volta ci si indovina. La decisione, presa qualche settimana prima durante un consiglio comunale molto concitato, non è passata senza lasciare strascichi. La città si divise e il Pd si spaccò facendo emergere le diverse sensibilità all'interno del partito. Da una parte i cattolici (capeggiati dai consiglieri vicini al candidato sindaco del Pd Matteo Renzi), dall'altra il gruppo più spostato a sinistra che ha appoggiato la proposta avanzata dal capogruppo socialista Alessandro Falciani. Decisamente contrari l'arcivescovo di Firenze, monsignor Giuseppe Betori, che definì «un affronto» la cittadinanza a Englaro, e il Pdl che bocciò la delibera. Ma la goccia che ha fatto traboccare il vaso è stata proprio la lettera consegnata dai consiglieri del Pdl ad Englaro: «Gentile signor Englaro, noi non parteciperemo alla cerimonia perché abbiamo rispetto per il dramma da lei vissuto ma non riteniamo che possa costituire titolo per l'ottenimento della cittadinanza onoraria che sarà moralmente dimezzata. Per questo l'avevamo invitata a rifiutare tale riconoscimento invitandola a non farsi strumentalizzare». Appello che Englaro non ha raccolto, accettando l'onorificenza tra gli applausi di alcuni cittadini accorsi. E anche oggi sicuramente qualcuno applaudirà per quella da togliere al Duce.

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