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Adesso caccia ai giovani per le Europee

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Quando Silvio Berlusconi ha lasciato la fiera aveva l'aria soddisfatta. Aveva curato il suo discorso nei minimi dettagli, lavorandoci sabato pomeriggio e calibrando il testo anche in base alle considerazioni emerse durante il congresso (in primis l'intervento di Gianfranco Fini). Quello che il premier voleva innanzitutto era fare un discorso non "in politichese", quel linguaggio cioè con cui la politica oggi si esprime per lo più delle volte. Ma voleva parlare alla gente, discutendo dei temi cari ai cittadini, proiettando il Pdl (e se stesso) verso il futuro. E così ha fatto. Evitando di entrare nel merito di molte questioni - alcune al centro del discorso di Fini -. Ma ponendo al centro del suo intervento alcuni concetti chiari sul futuro, sui giovani, sulla missione del Pdl. Un partito che, con queste basi e queste premesse «vivrà anche dopo i suoi fondatori». Parla 60 minuti, circa 70 gli applausi. Alla fine, una delle immagini del congresso Pdl che rimarrà più impressa nella memoria politica italiana: il premier sul palco circondato dalla squadra del Popolo della libertà, i 34 componenti dell'ufficio di presidenza (ministri, capigruppo, coordinatori, presidenti di Regione, alcuni sottosegretari). Se è al partito degli italiani a cui il premier sta puntando, mirando, come ha detto ieri dal palco, a raggiungere il 50% dei consensi (l'ultimo sondaggio dà il 44%), Berlusconi sa che bisogna cominciare a lavorare subito sulle prossime scadenze elettorali. E, in effetti, il Cavaliere si è già messo all'opera.  Commenti ufficiali sulla tre giorni, Berlusconi non ne ha fatti. Dopo aver salutato tutti (davanti la sua stanza nel retro palco si è subito formata una lunga fila di pretendenti), firmato autografi, fatto qualche foto, il presidente del Pdl è tornato a Palazzo Grazioli, dove aveva organizzato un pranzo con il presidente del Partito Popolare Europeo Joseph Daul, il commissario Ue Antonio Tajani, il vice presidente dell'europarlamento Mario Mauro e con il capogruppo di Forza Italia a Strasburgo Stefano Zappalà. Un menù, ovviamente, basato per lo più sui temi europei, il Ppe e la nomina del futuro presidente del parlamento Ue. Con i suoi ospiti, qualche considerazione sul congresso l'ha fatta. Ripetendo sopratutto il suo desiderio «di parlare alla gente», con ragionamenti semplici. E non solo, torna anche su un altro concetto, ormai un refrain della politica del Cavaliere: bisogna puntare sui giovani. E questo anche per le prossime europee, dove Berlusconi punta ad avere un grande successo, «impegnandosi in prima persona. Così - spiega Zappalà alla fine del pranzo - il premier otterrebbe un ulteriore prestigio, ancora maggiore di quello di cui gode attualmente, nel consesso internazionale».

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