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Pdl, al congresso il 96% dei delegati

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Alessio dorme. Prima ha passato venti minuti ad agitarsi e piangere. Adesso, sopraffatto dalla stanchezza, dorme nel suo passeggino rosso. È comprensibile. E non solo perché Alessio ha due anni, ma perché i bambini della sua età, normalmente, non trascorrono tre giornate ad ascoltare Silvio Berlusconi e Gianfranco Fini, assieme ad una lunga schiera di ministri, sottosegretari, deputati, senatori, semplici delegati. Alessio, però, non è un bambino come tutti gli altri. Suo padre, Nicola Salis, è - o forse sarebbe meglio dire era visto il luogo - il presidente di Azione Giovani Ogliastra. Così ha preso il piccolo Alessio, sua moglie Emanuela, li ha imbarcati sul traghetto e li ha portati a Roma per assistere alla nascita del Pdl. Eccolo qua il «partito di plastica». Eccolo qua il predellino. Maurizio Lupi che fino ad oggi si è occupato dell'organizzazione territoriale di Forza Italia snocciola cifre con la faccia di chi ancora non ci crede: «Ha risposto il 96% dei quasi 6.000 delegati eletti. Significa che non sono venuti solo quelli che stavano male. Gli altri sono tutti qui, davanti ai suoi occhi». Ed infatti anche dopo pranzo quando qualcuno, stremato, schiaccia un pisolino all'interno del padiglione 8 della Nuova Fiera di Roma e solo una bandiera tricolore sventola stancamente (residuo di quelle che hanno accompagnato in mattinata l'intervento di Gianfranco Fini), più di metà della sala è piena di gente che applaude. Insomma se fino ad oggi la sinistra poteva accusare Silvio Berlusconi di avere messo in piedi un grande Truman Show, domani sarà più difficile. Non a caso, chiunque sale sul palco, lo sottolinea con forza: il Pdl è un partito di gente vera, radicato sul territorio. Gente che affolla gli stand della Fondazioni vicine al partito per avere materiale da studiare. Gente che rincorre deputati e big non solo per chiedere autografi e fare una fotografia, ma per ricordare che le cose da fare sono ancora molte. Gente come la singora Pasqualina Ferrari, 72 anni, capelli grigi e vestito di lana blu. È venuta da Ferrara apposta per assistere alla nascita del Pdl organizzandosi completamente da sola. «Ho telefonato alla sede di Roma per sapere come dovevo fare - racconta - quindi, su loro consiglio, ho contattato il coordinamento provinciale ed eccomi qui. Ho preso un albergo in via Borgognona, lo stesso che prendevo quando venivo a Roma per il Partito Liberale. Forza Italia prima e il Pdl oggi sono la mia casa. Quando c'è stata la svolta del predellino le donne di An che frequento al circolo anziani se la sono presa con me. Ho passato mesi a cercare di convincerle. Oggi siamo tutti qui. Berlusconi è stato entusiasmante. Mi ha dato emozioni che solo i miei figli mi hanno dato». Mentre parla, poco più in là, un signore con l'impermeabile sotto il braccio passa svelto diretto verso il palco. Un uomo si alza e con spiccato accento del Sud lo chiama: «Onorevole Lazzari, onorevole Lazzari». Luigi Lazzari, ormai ex azzurro, pugliese doc si gira e immediatamente una decina di persone gli vanno incontro. Passa dieci minuti a ringraziare e stringere mani. Un po' la stessa cosa è successa ad Antonio Palmieri il deputato che, fino ad oggi, ha curato il sito internet di Forza Italia. «Tantissimi mi hanno fermato per salutarmi - dice -. Mi conoscono perché mando loro la newsletter. Stamattina sono venuti a trovarmi anche degli amici dalla periferia di Milano dove vivo. Hanno organizzato una comitiva di tre macchine e sono venuti a Roma per godersi il congresso, ma anche le specialità culinarie. Ieri sera sono stati a cena a Trastevere. Va bene la politica, ma la matriciana e la carbonara non potevano proprio perdersele». Sul palco si susseguono gli interventi, un gruppetto di ragazzi siciliani ne approfitta per scattare una foto mentre, all'esterno del padiglione, un nutrito gruppo di emiliani si organizza per la cena. I dialetti e gli accenti si mischiano. Il Popolo della libertà è una cosa vera, palpabile. Tra di loro appare anche l'ex Grande Fratello, la dottoressa Lina Carcuro (la sua storia d'amore con il «cummenda» fu uno dei piatti forte dell'edizione 2008). Quest'ultima, cappotto nero, scialle e borsa Luis Vuitton, tacco a spillo, si aggira tra la gente. Quasi nessuno la riconosce. Anche questo, forse, è un segno dei tempi.

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